Questa la segnalazione pubblicata oggi sul Piccolo di Trieste:

Nella serata di giovedì 8 agosto alle ore 22, mente stavo rientrando nella mia residenza, notavo che in fondo alla via dei Giuliani un’auto o altro mezzo era avvolto dalle fiamme che lambivano anche un edificio contiguo.

Chiamavo per tre volte il mitico 112 dal quale una voce registrata mi confermava che stavo chiamando appunto il “servizio pubblico di emergenza”, dopodiché la linea si interrompeva. E intanto le fiamme prendevano vigore. Alla terza chiamata mi rispondeva una voce registrata in svariate lingue che tornava a precisarmi che stava rispondendomi “proprio” il servizio pubblico di emergenza e mi invitava ad attendere. Le fiamme nel frattempo divampavano.

Dopo qualche tempo, mentre nel ricevitore una voce registrata in più lingue, mi confortava promettendomi un veloce contatto, mi rispondeva al fine un incaricato umano. Che innanzitutto mi chiedeva le mie generalità (hai visto mai che sia uno scemo che disturba il servizio pubblico in via anonima) e poi mi chiedeva di attendere per mettermi in contatto con chi era competente in materia. Nell’attesa la voce registrata mi tornava a confortare. Contemporaneamente, il mezzo incendiato esplodeva.

Di lì a un po’ rispondevano i pompieri che in breve raggiungevano il sito e spegnevano l’incendio.

Premetto che consimili situazioni non mi sono affatto nuove. Tempo fa, palesandosi un incendio nella centrale termica dell’immobile dove lavoro (suonava ininterrottamente l’allarme) ed essendo il manutentore irreperibile, avevo allertato il 112 il quale, dopo analoghi tira e molla mi aveva messo in contatto con i Carabinieri. I quali, sebbene non c’entrassero una mazza, mi fecero la cortesia di allertare loro direttamente i Vigili del fuoco che sopraggiungevano in pochi minuti e risolvevano il problema.

Ciò detto credo sia lecito formulare due semplici domande: 1) perché il 112 si ostina a definirsi “numero unico per le emergenze” visto che all’atto pratico, accadono cose del genere? 2) Per quale motivo continuiamo testardamente a pagare le tasse?

Magari il genio che ha avuto la brillante idea di silurare un servizio pubblico che funzionava alla grande con quattro semplici numeretti (112, 113, 115 e 118) potrebbe forse rispondere. Sempre che non sia quotidianamente impegnato a studiare altri metodi atti ad aggiungere ulteriori meccanismi a una procedura che in tema di sollecitudine risulta già ai “massimi livelli”.

Fulvio Vida

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