Il nuovo Piano regionale antincendio boschivo sarà approvato entro l’anno in corso, dando seguito a quanto previsto dalla legge regionale 17/2019. Sono passati oltre 5 anni e siamo ancora agli annunci, ma si sa che la nostra regione non sembra particolarmente sollecita quando si parla di tutela del verde.
E adesso che ne vengono anticipati i contenuti le preoccupazioni sul destino del nostro patrimonio boschivo aumentano a dismisura.
Infatti, il piano prevede che le telefonate per incendi boschivi che arrivano al NUE 112 non siano più passate ai Vigili del fuoco, ma alla Protezione civile, che poi allerta volontari e forestali. Di fatto non ci sarà più il pronto intervento dei pompieri che finora sono stati i soli a garantire 24 ore su 24 partenze immediate per andare a spegnere le fiamme.
Bisogna dire che per legge la lotta agli incendi boschivi compete alle Regioni, quindi al Corpo forestale e ai volontari della Protezioni civile, mentre ai Vigili del fuoco compete l’intervento solo se le fiamme minacciano case e altre strutture come ferrovia, linee elettriche, ecc.
Molte regioni italiane hanno stipulato convenzioni con i Vigili del fuoco per avere un massiccio apporto di pompieri nella lotta antincendio; anche da noi la Regione ha fatto una convenzione, ma assai striminzita, il minimo sindacale.
Del resto, proprio con sopra citata legge per le attività di contrasto agli incendi boschivi la Regione aveva deciso di avvalersi massicciamente del volontariato per la lotta antincendio.
Questo indirizzo viene oggi confermato nonostante le esperienze del 2022, l’estate dei roghi, quando si erano spesso rilevati lunghi tempi di arrivo sul fuoco dei volontari della Protezione civile. Ma allora i primi a ricevere l’allarme incendio dal NUE 112 erano i pompieri, che comunque accorrono sempre e subito laddove si sviluppano incendi, ancorché non di loro competenza.
Sia chiaro che i tempi lunghi dei volontari non sono attribuibili a responsabilità individuali, i volontari fanno generosamente quello che possono, corrono quando c’è bisogno, ma non sono in grado di assicurare una presenza h24, sono volontari, hanno un lavoro, una famiglia, altri impegni. Neppure sono chiamati in causa i forestali, sono in 220 per presidiare tutte le 28 stazioni forestali della nostra regione, e hanno tanti altri compiti oltre alla lotta agli incendi.
In questo contesto pare dunque assai imprudente fare a meno del pronto intervento dei pompieri e affidarsi a forestali (pochi) e volontari che, come tali, partono quando possono. Ma il fuoco non aspetta.
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