L’annuncio dell’assessore alla Salute Riccardi che la conclusione dei lavori di ristrutturazione di Cattinara subirà ulteriori anni di ritardo e l’ospedale sarà pronto forse nel 2029 o giù di lì merita alcune considerazioni.

1) Il cantiere per la ristrutturazione di Cattinara è stato aperto nel 2017, da otto anni l’ospedale convive con un cantiere aperto e oggi si prospettano almeno altri sei anni di convivenza tra malati, loro familiari, operatori sanitari con le barriere, la polvere, i rumori che un cantiere produce. Non esiste più uno spazio verde, neppure un piazzale dove fare due passi, ma solo camminamenti, quasi trincee per raggiungere le torri. E questo dovrebbe durare altri sei anni, ma temo assai di più, visto che i cronoprogrammi non sembrano essere un punto di forza dell’assessore alla Salute.

2) Adesso ci propongono una variazione del progetto, con un finanziamento di ulteriori 80milioni di euro, ma senza indicare esattamente cosa ci sarà di nuovo, quali sono le modifiche. Per legge questi progetti dovrebbero essere visionabili da tutti, i triestini dovrebbero sapere fin nei minimi dettagli come sarà il loro ospedale, perché nasconderlo? E dov’è la tanto decantata trasparenza?

3) Ma si capisce l’affanno a tenere tutto nascosto, il progetto è vecchio di oltre 20 anni, insufficienti i posti letto, stanze multiple, pochissime singole. In tale contesto sarà assai arduo contrastare le infezioni ospedaliere, causa di tante morti. Sembra che il Covid non abbia insegnato niente. Eppure, Cattinara è stato un potente serbatoio del virus. Ma alla sicurezza dei malati, soprattutto se anziani, pare esserci scarsa attenzione. Eppure, per i pazienti fragili ne va della vita.

4) Nel 2020 dopo l’assegnazione dei lavori alla Rizzani de Eccher si levarono molte voci a chiedere di rivedere il progetto perché vecchio e inadeguato e sempre più si affermava l’ipotesi di lasciare il Burlo dov’è, visto che sull’attuale sede si investivano tanti soldi e si cominciava a capire che a Cattinara una vera separazione tra bambini malati e adulti era praticamente impossibile.

5) A fronte di tutte queste obiezioni il dott. Poggiana – Direttore Generale di ASUGI – non entrava nel merito, ma rispondeva che rivedere il progetto avrebbe comportato un allungamento dei tempi di qualche anno e ciò era inaccettabile. Di anni ne sono passati e oggi lo stesso Poggiana dichiara che stanno riprendendo i lavori, interrotti in quanto la Rizzani de Eccher ha attraversato un momento di difficoltà. Un “momento” che si misura in anni? E non c’era tempo per rivedere un progetto palesemente inadeguato? Tempo che però sembra non contare se la ditta di Cargnacco è in difficoltà.

6) Il progetto che Poggiana si ostina a difendere risale a vent’anni fa. Da allora sono cambiate molte cose, la medicina è cambiata, i concetti di degenza ospedaliera e di privacy sono cambiati, la pandemia ha messo più che mai in evidenza la necessità di rivedere l’idea dell’Ospedale. Pensiamo all’ospedale di Renzo Piano, immerso nel verde, con stanze singole volte al comfort dei degenti, ma anche al contenimento delle infezioni, e con la possibilità di ospitare un familiare.

Questa storia è una vergogna! Uno schiaffo a Trieste e ai triestini. Ma l’ospedale è di Trieste, e dei triestini, non di Poggiana. Ora è il momento che i triestini si facciano sentire con forza, a tutti i livelli, affinché il Burlo sia lasciato dov’è, la pineta, ultimo verde rimasto a Cattinara non venga annientata, si dica no alla mostruosità di sette/otto piani di cemento nel cortile di Cattinara, le degenze siano fatte nel rispetto della sicurezza dei malati e della dignità della persona umana.

Si impiegherebbe troppo tempo? La giustificazione fa sorridere, visti gli anni già trascorsi e l’incertezza sui tempi futuri. Ma se i lavori per l’attuale infelice progetto inizieranno sul serio, di tempo per rimediare poi non ne avremmo più e Trieste si ritroverà con un ospedale obsoleto e non funzionale per i prossimi decenni. Adesso è il momento di pensarci. Prima che sia troppo tardi. Prima che l’enorme ecomostro si sviluppi nel cemento dopo aver distrutto tutto il verde esistente.

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  1. È una vergogna ma chi comanda decide , i triestini non si ribellano a questa schifezza , facciamo qualcosa prima che sia troppo tardi.

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