Leggere sulla stampa le idee sulla sanità espresse dalla candidata del Terzo Polo Mara Brescello è a dir poco preoccupante, perché sembra richiamare gli stessi slogan con cui Serracchiani -Telesca accompagnarono la loro riforma sanitaria: la centralità del territorio, i CAP, ecc. ecc.
La candidata del Terzo Polo dichiara (Il Piccolo, 26 febbraio) che “serve una spinta in più per riorganizzare la sanità territoriale”, e per questo pensa “all’Ospedale di Comunità e a tutto quanto può consentire di ridurre l’assalto al Pronto Soccorso e alle cure ospedaliere”.
E come si fa se mancano le risorse? La terzopolista non sembra avere dubbi: “le si recuperano razionalizzando la spesa”.
E i ricordi vanno al 2015 – era il 20 settembre di quell’anno quando leggemmo sui giornali che su proposta dell’assessore alla Salute, Maria Sandra Telesca, la Giunta regionale approvava una delibera per la razionalizzazione della spesa in sanità. E fu la stessa Telesca a spiegare che “non si tratta di tagli ai servizi, puntiamo a risparmi laddove è possibile, ovvero ad evitare spese poco utili”, come riporta il Quotidiano Sanità dd 20.9.2015, dove si precisa anche che le riorganizzazioni consentiranno riduzione di prestazioni inappropriate, accorpamenti di laboratori, centrale operativa unica 118, riduzione numerica dei reparti ospedalieri, ecc.
Queste parole sancirono l’inizio della fine di una sanità fino ad allora eccellente.
Adesso Mara Brescello, che è coordinatrice di Italia Viva a Gorizia, sembra voler ispirarsi alle posizioni dell’ex assessore della Telesca, che del resto è la coordinatrice regionale di Italia Viva, e ambedue si candidano nella lista del Terzo Polo a sostegno di Alessandro Maran.
La candidata Brescello racconta anche di essere “una renziana della prima ora” aggiungendo che: “di Italia Viva mi ha convinto un programma riformista che mira a risolvere i problemi con la forza delle idee, non con le ideologie”.
Ma è proprio sicura che le idee di Renzi sulla sanità risolvano i problemi?
Perché anche qui, se andiamo al tempo del governo Renzi, leggiamo una ben diversa narrazione.
Nel 2015 il 18° rapporto PiT-Salute del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva descrive un mondo angosciante: quello della sanità che sarà tagliata per 2,35 miliardi in quell’anno, 1,33 miliardi saranno i tagli sull’acquisto di beni e servizi e dispositivi medici. Il resto delle risorse dovrebbe derivare dalla la stretta su 180 prestazioni di specialistica ambulatoriale (in totale sono 1.700): tac, risonanze magnetiche, test di colesterolo e trigliceridi, medicina nucleare, dialisi, test di genetica e allergologici, odontoiatria.
I cui costi saranno spostati ancora una volta sulle famiglie, per trovare risorse da spendere altrove, come ad esempio le Centrali 112, un altro “regalo” all’Italia del governo Renzi (legge Madia), che fu subito accolto in FVG.
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