Ieri nell’incontro sul tema della “Sanità in crisi” organizzato dal consigliere del Pd, Roberto Cosolini, è maturata l’ennesima presa in giro dei triestini, resa ancor più odiosa perché riguarda la salute.

Il candidato del PD ha infatti dichiarato che quando erano al governo in Regione “non abbiamo fatto tagli alla sanità, siamo stati costretti da parametri nazionali a ridurre i posti letto, ma abbiamo compensato con le Rsa.”

Ma come? E i tagli della riforma Serracchiani Telesca? Tagli che hanno colpito in modo rovinoso la sanità triestina, Cosolini non li ricorda? Quando proprio durante il governo Serracchiani Telesca furono decimati i posti letto del nostro ospedale, ridotti da 764 a 608, ben 156 in meno. Erano posti letto per malati acuti, cosa c’entrano i posti letto per le RSA richiamati da Cosolini? È stato anche sindaco e dovrebbe sapere che c’è una bella differenza tra posti letto per acuti e no.

Le conseguenze le paghiamo ancora oggi con decine di malati anziani e fragili costretti per giorni e giorni sulle barelle del Pronto soccorso nell’attesa di un posto letto. Con i disagi, i rischi, le sofferenze che soffrono soprattutto i malati anziani e più fragili.

E i reparti ospedalieri chiusi? A Trieste non si può dimenticare la soppressione di reparti d’eccellenza come la 1° Chirurgica e l’Ortopedia ospedaliera, mentre la Medicina d’urgenza fu ridotta a mera appendice del Pronto soccorso.

E non fu il governo Serracchiani -Telesca, con Cosolini sindaco, a chiudere la Centrale operativa118 a Trieste? E cancellare così un’eccellenza nel panorama sanitario della nostra città. E non si contano le sofferenze e i lutti che ne seguirono.

Ed ora Cosolini ci dice che in regione “oltre che critici siamo stati anche propositivi”, e aggiunge che “dobbiamo cambiare e intervenire lavorando per una guarigione”.

Ma propositivi per cosa? C’ero anch’io nell’aula del Consiglio regionale lo scorso 16 dicembre quando fu presentato l’ordine del giorno per il ritorno del 118 a Trieste: il PD votò contro, con una sola voce dissonante, Francesco Russo, ma non certo la voce di Cosolini che si allineò al no di Fedriga.

Del resto nel 2017 da sindaco di Trieste Cosolini non rimase forse muto dinnanzi allo scippo del 118 della sua città?

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