La questione dei “Caregiver” familiari si inserisce nella complessa area dei servizi sociosanitari: la Regione FVG, che ha un discreto apparato di Welfare il cui pilastro è la LR n. 6/2006, deve inserire questi prestatori di cura nella rete dei servizi. Servono, pertanto, alcune norme per riconoscere, supportare e armonizzare la figura dei “Caregiver” in particolare nel progetto personalizzato di assistenza. Si tratta di norme utili e facili da elaborare.

Ma purtroppo, come ha giustamente sottolineato il Consigliere Honsell in occasione dell’inutile Mozione n. 299 sul “Caregiver” di un drappello di Consiglieri leghisti, il Consiglio Regionale assomiglia sempre di più ad un’assemblea “chiacchierativa” piuttosto che ad un’Assemblea Legislativa.

Buona parte della politica si è ridotta a mero marketing elettorale e all’annuncio e allo spot raramente seguono azioni concrete per i cittadini elaborate nelle sedi e con un percorso istituzionale.

Il caso della Mozione n. 299 è paradigmatico di una crisi istituzionale che tocca profondamente il Consiglio Regionale perché un’assemblea che legifera poco è uno svilimento della democrazia e uno spreco di danaro pubblico.

Infatti, sono state presentate ben due Proposte di Legge sul “Caregiver”, di cui la prima a mia firma presentata il 6 agosto 2020 e che è lì, ancora in attesa di essere discussa dopo oltre due anni. Presentare oggi una Mozione che richiede alla Giunta di fare una legge, quando ve ne sono due in attesa da anni in 3° Commissione, è puro spot e non serve ai cittadini, ma ad avere un titoletto sul giornale locale e poter dire ai propri elettori: “avete visto? Mi sono adoperato…”.

L’unica ad essere concretamente intervenuta sul tema “Caregiver” è l’Assessore Rosolen con la LR n. 22/2021. E lo ha fatto bypassando il Consiglio e lavorando bene. Nel merito, l’Assessore fa fare un passo avanti all’integrazione di questa figura di assistenza, ma mancano a mio avviso alcune misure come ad esempio l’inserimento del caregiver nel percorso di qualificazione di operatore sociosanitario.

Sarebbe senz’altro doveroso che ci fosse l’occasione di discutere ed elaborare un testo condiviso in un gruppo ristretto della Commissione III, in tal modo il Consiglio si riapproprierebbe del suo ruolo: fare leggi.

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