Una signora che vive in Carnia ha chiesto aiuto per il figlio invalido che ha bisogno di un intervento chirurgico ma è stato messo in una lista con tempi di attesa indefiniti.

Ecco il racconto della signora.

“Sono la madre di un ragazzo di 31 anni con Sclerosi multipla progressiva tetraplegico da circa 5 anni. Dopo un peregrinare (dal 2020) da una struttura sanitaria all’altra (con in mezzo la pandemia che ha dilatato i tempi), lo scorso anno mio figlio si è sottoposto ad un intervento di “Cistolitotomia + resezione del terzo lobo” in anestesia totale, al quale sono seguiti alcuni giorni in area d’emergenza per polmonite (il tutto trattato e risolto con competenza e umanità dallo staff dell’ospedale di Tolmezzo).Ora presenta recidiva di calcolosi vescicale di piccolo calibro. L’urologo di riferimento dell’ospedale di Tolmezzo proporrebbe la cistolitotrissia e quindi lo arruola per questo tipo di intervento specificando: “tempi di attesa indefiniti vista l’attuale indisponibilità di litotritore”. Indisponibilità che, se ho ben capito, riguarderebbe oltre a Tolmezzo, anche Udine e San Daniele, a meno che non ci si rivolga al privato. Chiedo se esista un percorso “protetto” per disabili gravi, dove con protetto intendo tutte quelle facilitazioni che permettono alla persona disabile e alla famiglia di trovare percorsi che ne consentano l’esperienza senza aggiunta di ulteriori stress psicologici e fisici.” (lettera firmata)

Credo che nessuno dovrebbe essere mai collocato in una lista con tempi di attesa indefiniti, e tanto più se si tratta di una persona già provata dalla disabilità. Chi di dovere dovrebbe rispondere alla madre che chiede aiuto per il figlio e chiede anche percorsi protetti dedicati alle persone con gravi disabilità. Ma devono essere risposte concrete, gli annunci non bastano più.

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