Le recenti scosse sismiche in Alto Friuli hanno richiamato l’attenzione sulla vulnerabilità della regione e l’importanza di strutture sanitarie adeguate.
L’ospedale di Gemona, costruito con criteri antisismici, è stato declassato a distretto, privando la popolazione locale di servizi essenziali e posti letto per i pazienti acuti. Un percorso avviato dalla riforma Serracchiani-Telesca e proseguito da Fedriga-Riccardi.
Questo approccio ha messo a dura prova i cittadini dell’Alto e Medio Friuli, costretti a viaggiare per decine di chilometri, spesso senza mezzi pubblici adeguati, anche soltanto per ricevere cure mediche di base.
Ma non è solo la montagna ad essere abbondonata, anche a Trieste la scure della Giunta Serracchiani prima e Fedriga poi si è abbattuta inesorabilmente sui servizi sanitari pubblici; basti qui citare il dimezzamento dei consultori familiari, che è solo l’ultima tappa del percorso che ha devastato la sanità triestina, dalla soppressione del 118 al taglio dei posti letto ospedalieri, alle condizioni pietose in cui versa il Pronto soccorso.
La politica regionale del centrodestra sembra aver ignorato gli impegni presi con i propri elettori, eppure, la salute e la sicurezza dei cittadini dovrebbero rappresentare la priorità assoluta, e il declassamento di un ospedale antisismico in una regione a rischio terremoti solleva serie preoccupazioni.
Nella foto gli auguri inviati dai Comitati di Gemona ai Consiglieri regionali
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