Nel susseguirsi di servizi sui media dedicati al Pronto Soccorso gli accessi inappropriati vengono continuamente richiamati come causa principale dell’iperaffollamento della struttura. “Il 75% degli accessi ai Pronto soccorso è improprio” ha dichiarato l’assessore Riccardi, precisando che si tratta di codici bianchi o verdi, che potrebbero trovare soluzione autonoma.

Per politici e amministratori è ormai un luogo comune ritenere impropri i codici verdi e bianchi, ma riferirsi al codice colore per valutare l’appropriatezza degli accessi in PS è fuorviante, visto che il codice del triage è solo una sorta di semaforo per indicare la precedenza delle cure, quindi il grado di urgenza, non la gravità della malattia. Si ricorda che tra questi codici cosiddetti “minori” si possono nascondere insidie difficili da individuare (es.: la lombalgia/dorsalgia che si rivela dissezione aortica, gli edemi cronici che nascondono uno scompenso cardiaco con edema polmonare imminente). E sono del resto proprio i codici bianchi e verdi a produrre molte denunce.

Pare preoccupante che ad avallare le tesi dell’assessore Riccardi ci siano anche dei professionisti impiegati in questo campo, visto che vi sono altre e ben più significative cause dell’intasamento dei Pronto Soccorso.

Infatti, oltre alla carenza di personale, il grosso problema è la mancanza di posti letto negli ospedali dopo i tagli selvaggi degli ultimi anni. Pe questo i malati da ricoverare rimangono in PS nell’attesa che si liberino i letti nei reparti – fenomeno del “boarding” – intasando la struttura e sottoponendo il personale, già ridotto all’osso, a ulteriori carichi di lavoro, visto che medici e infermieri oltre a dover assistere i nuovi arrivi in PS, devono curare le decine di malati che soggiornano in barella per giorni e giorni, in attesa di un posto letto in reparto. In parallelo la carente ricettività delle strutture territoriali ritarda di giorni le dimissioni dall’ospedale di pazienti che, pur non necessitando più di cure ospedaliere, hanno bisogno di trovare assistenza sul territorio.

Pare quindi impossibile uscire dalla crisi dei Pronto Soccorso se non si rivede la dotazione dei posti letto ospedalieri per acuti. L’Italia con 3.1 letti per mille abitanti si situa ben al disotto della media europea, che è di 4,9, ricordando che la Germania ha 8 letti ogni mille abitanti, l’Austria 7.1, la Francia 5.9. Questa carenza l’abbiamo pagata assai pesantemente quando è arrivato il Covid,

possibile che dopo tale esperienza si continui a contrapporre il territorio all’ospedale? Possibile che non si comprenda che servono l’uno e l’altro, perché quando l’anziano ha una frattura o un infarto o un ictus ha bisogno dell’ospedale come il giovane.

Difronte a un quadro così desolante fa assai comodo a politici e amministratori scaricare la colpa della crisi sui cittadini che accedono al Pronto Soccorso, tentando di creare un alibi a chi non sa ben governare.

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