Le numerose lamentele dei cittadini richiamano sempre più l’attenzione sui disagi causati dall’intrattenimento serale e notturno nelle vie e piazze di Trieste, a causa del volume della musica di alcuni (non pochi) locali, come anche degli schiamazzi e delle numerose risse. Pure gli albergatori e altri esercenti, anche per voce delle loro Associazioni di categoria, hanno puntato il dito su una situazione di fatto fuori controllo e che va fermata.
Vanno ridotti drasticamente i decibel delle emissioni sonore, poiché non è accettabile che tali emissioni siano udibili nelle abitazioni tanto da pregiudicare, per i residenti, le attività della vita quotidiana e non è neanche ammissibile che dette emissioni inficino altre attività economiche quali negozi, ristoranti, alberghi ed altre strutture ricettive.
Le azioni di repressione sono di difficile attivazione visto che la Polizia Locale non sembra essere provvista di fonometri. Oltre a queste sono doverose misure di prevenzione, per cui i soggetti regolatori (Regione e Comune) dovrebbero lavorare di concerto. Il Piano Comunale di Classificazione Acustica di Trieste segue in larga misura i criteri che gli vengono dettati dalla Regione; se questi ultimi fossero ideati col fine di limitare le immissioni acustiche sarebbe un deciso passo avanti che limiterebbe le attuali scelte bizzarre del Piano di Trieste: ad esempio zone palesemente residenziali classificate invece come zone miste.
Ecco, quindi, che azioni coordinate dei diversi soggetti coinvolti nella regolazione del benessere del cittadino potrebbero essere durature ed efficaci.
Per questo ho inteso interrogare la Giunta Regionale chiedendo se non ritiene di convocare un tavolo con le amministrazioni locali per risolvere il problema, sia dotando la Polizia Locale di fonometri sia rivedendo e controllando i criteri per l’adozione del Piano di Classificazione Acustica.
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