Dal Piccolo di sabato scorso abbiamo appreso che le esibizioni dei cori amatoriali non rispettano la normativa antincendio per i pubblici spettacoli. Non sorprende che una norma, anche se attinente alla sicurezza, sia ignorata per anni; il numero di leggi vigenti in Italia non aiuta a tenersi sempre in regola, e nemmeno aiuta l’assurdità e farraginosità di molte di esse. Non di rado ci si accorge dell’esistenza di una legge solo quando succede l’incidente e allora sono guai seri per il malcapitato di turno.
Pare che per mettere in regola i cori amatoriali basterebbe la relazione asseverata di un professionista abilitato, in pratica un po’ di carte, timbri e sportelli, e tutto torna a posto.
Quanta ipocrisia! Mentre impera la burocrazia dei controlli, da troppo tempo è trascurata la macchina dei soccorsi, e proprio dalle stesse istituzioni che dovrebbero proteggerci.
Quando un rogo divampa la velocità d’intervento è fondamentale, dovrebbe essere ovvio, ed invece il primo fattore a rallentare i soccorsi è proprio il numero dell’emergenza, il 112, un approccio inutile che fa perdere minuti preziosi prima che la richiesta di aiuto possa arrivare alla Centrale dei Vigili del Fuoco, dove tutto diventa più facile e veloce, il professionista che conosce il territorio e sa cos’è un incendio in mezzo minuto o anche meno inquadra la situazione e attiva i soccorsi.
Sperando di avere uomini e mezzi subito disponibili ed in numero adeguato.
Ma sapete quanti pompieri sono in turno ogni giorno nella Caserma dei Vigili del Fuoco di Trieste?
In tutto 17. In pratica si possono far uscire due squadre complete, l’autoscala, l’autogrù e un’autobotte (questa con il solo autista), per tutto il centro città e periferia di Trieste.
Se scoppia un incendio importante con persone da salvare/evacuare serve un congruo numero di uomini e mezzi e allora possono arrivare in soccorso i carri dai distaccamenti di Opicina o di Muggia, ciascuno con 5 pompieri. Ma qui le risorse finiscono e si spera che nel contempo non scoppino altri incendi in città.
In totale ventisette pompieri per l’intera provincia di Trieste, a tutela dei suoi 230.000 abitanti e dei loro beni.
Abbiamo già visto gli effetti delle carenze di risorse negli incendi boschivi scoppiati durante l’estate. Ma senza trarne le dovute conseguenze, si sono ripetuti grandi apprezzamenti e lodi per i pompieri eroi, e dopo le parole nulla.
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