È di pochi giorni fa la notizia della ”fuga” di infermieri dai Pronto soccorso e 118 del pordenonese, segno di un malessere diffuso.

Oggi trapela la notizia di un altro grave ritardo di soccorso accaduto a Pordenone il Natale scorso.

E’ il 22 dicembre, le quattro del pomeriggio, una signora che fatica a respirare chiede aiuto al 112, non è italiana, si esprime con difficoltà, fornisce indicazioni confuse sull’indirizzo dove si trova. La Centrale di Palmanova indica all’autoambulanza di andare in via Mestre 11, comunque il mezzo di soccorso dall’ospedale si dirige in direzione sud. Dopo 30 minuti si riesce ad individuare il target corretto: via Maestra Vecchia 11, 2 km a nord dell’ospedale. Qui si precipita l’ambulanza, ma una volta entrati in casa i sanitari trovano la signora deceduta. Aveva 50 anni. La stessa signora aveva telefonato al 112 sei ore prima, alle dieci del mattino, da allora non abbiamo notizia fino alle 16, quando è partita a seconda e ultima telefonata.

Non è chiaro cosa sia effettivamente successo, perché non è servita la geolocalizzazione, quali comunicazioni siano intercorse durante la prima telefonata al 112, quella del mattino, del fatto se ne stanno occupando i Carabinieri.

Gli stessi Carabinieri che il giorno prima – il 21 dicembre – in pieno centro di Pordenone, via Grigoletti, si erano prodigati per attenuare le sofferenze di una signora rimasta oltre un’ora sull’asfalto, al freddo, in attesa dell’ambulanza.

Sono troppi i ritardi, i disservizi registrati a Pordenone e provincia, forse tutto ciò non è estraneo alla “fuga” degli infermieri dalle strutture di emergenza, ho quindi interrogato la Giunta per accertare tutte le cause e concause che hanno rallentato l’azione di soccorso , affinché si trovino e si adottino le necessarie azioni correttive.

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