Il quotidiano “La Repubblica” evidenzia che il FVG ha la più alta mortalità in Italia nell’ultimo anno.

Guardando indietro, il FVG ha ben presto dimostrato, nel corso della pandemia, incidenza e mortalità elevate e in continua crescita.La pressione sugli ospedali e sulle altre strutture di ricovero era alta e diverse associazioni di operatori sanitari lanciavano appelli, chiedevano di essere sentite nelle apposite audizioni in Consiglio Regionale e, di fatto chiedevano aiuto.

Per gestire l’ondata pandemica anche dal punto di vista dell’indirizzo politico, era stata richiesta l’istituzione di una Commissione Speciale (mozione n.251), per comprendere le cause delle difficoltà del sistema salute in FVG al fine di fornire risposte di indirizzo politico (inteso come politiche sanitarie) alla Giunta, e tutto ciò alla luce del sole.

La mozione fu respinta. E oggi, alla luce degli allarmanti dati sulla mortalità, in tutta risposta il responsabile della Task force Covid regionale afferma che indagherà.

Non era forse il caso di indagare e capire prima e quindi mettersi nelle condizioni di porre rimedio?

Da parte mia c’erano sul tavolo proposte concrete che tuttavia venivano vissute come provocazioni pretestuose e presuntuose (della serie, non disturbare il conducente…anche se andava a sbattere).

Proposte quali:

– dedicare alcuni ospedali al Covid, laddove possibile e comunque realizzare in tutti gli ospedali percorsi rigorosamente separati covid/nocovid, in particolare nei Pronto soccorso;

– limitare la promiscuità delle degenze nei reparti ospedalieri (che ha fatto salire il numero dei contagi e dei morti tra i pazienti ricoverati, come è emerso a Cattinara nei primi mesi del ’21);

– regolare l’attività di testing per avere tempi puntuali di risposta, condicio sine qua non per una prevenzione efficace;

– favorire i servizi domiciliari di testing così da non costringere i sospetti con febbre e sintomi recarsi a fare il tampone nelle strutture del DIP, con i conseguenti rischi di contagio;

– verificare la capacità filtrante di lotti sospetti delle mascherine FFP2 in dotazione al personale sanitario, che laddove poi risultate “farlocche” hanno contribuito ai focolai negli ospedali;

– potenziare le USCA e l’assistenza distrettuale adottando una puntuale organizzazione distrettuale;

– realizzare un sistema di comunicazioni puntuale.

In un tale quadro dello stato del nostro sistema sanitario regionale appare riduttivo che si cerchi di attribuire la causa principale di questo tragico primato di mortalità all’età media della popolazione (ma la Liguria altrettanto “vecchia” ha un 40% di morti in meno) o ai vari cortei di protesta, senza che si adduca a supporto alcun riscontro oggettivo.

Categories:

Tags:

No responses yet

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *