Il ritorno sulla scena politica di Maria Sandra Telesca, già assessore alla sanità nella giunta Serracchiani ed oggi esponente di Italia Viva, non sembra un bel segnale per le residue speranze di ripresa della sanità triestina, Forse non molti ricordano il ruolo che avuto l’allora assessore Telesca nel degrado del sistema sanitario pubblico della nostra città (e non solo).
All’ esordio dell’assessore Telesca furono valutati inutili e quindi soppressi reparti d’eccellenza degli ospedali triestini come la 1° Chirurgica e l’Ortopedia ospedaliera, mentre la Medicina d’urgenza fu ridotta a mera appendice del Pronto soccorso. In quell’occasione si riferì ai primari ospedalieri come inutili poltrone da tagliare.
In tal modo si cancellarono per i medici triestini concrete possibilità di avanzamento professionale nella loro città e cominciò l’esodo dei migliori professionisti verso altri lidi più ospitali.
Insieme ai reparti a Trieste furono tagliati tanti posti letto per acuti, che passarono tra Maggiore e Cattinara da 764 a 608, quindi 156 in meno; ed oggi ne vediamo le conseguenze con decine di malati anziani e fragili costretti per giorni e giorni in barella in Pronto soccorso nell’attesa di un posto letto, con disagi, rischi, sofferenze, lesioni alla dignità della persona. A questo ha portato il governo Serracchiani/Telesca, a cui si è poi appiattita l’attuale amministrazione, mancando gli impegni elettorali, il buon senso, il rispetto dei cittadini.
Adesso si tira anche in ballo la norma nazionale che obbligava il taglio di letti, il DM 70/2015; è vero c’era, ma allora perché a Udine i posti letto passarono da 880 a 880 con saldo zero? E perché nel capoluogo friulano Telesca inaugurò l’elicottero notturno che non rientrava minimamente nei parametri di efficienza del DM 70/2015? E non fu il governo Serracchiani/Telesca a chiudere la Centrale operativa118 a Trieste? E cancellare così un’eccellenza nel panorama sanitario della nostra città.
E dopo i primi palesi ritardi e disservizi l’assessore Telesca si sottrasse a quell’autocritica che oggi chiede ai suoi successori. Che peraltro dovrebbero fare autocritica, ma per aver seguito il “modello” (si fa per dire) della precedente Giunta. Oggi Telesca versa lacrime per come è ridotto il Pronto soccorso triestino. Mi ricorda il coccodrillo, che sembra piangere dopo aver mangiato la preda, ma è nella sua natura.
Infine, stupisce non poco che il 3° Polo che dichiara di rappresentare il nuovo riproponga in sanità l’esperienza Serracchiani/Telesca, facendo venir meno le speranze che molti triestini riponevano in questo nuovo soggetto politico.
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