Si è finalmente fatta chiarezza sul perché dell’enorme ritardo per soccorrere un ciclista feritosi nei pressi di Peteano.

Questi i fatti.

E’ il 15 gennaio 2022. Un ciclista percorre il sentiero forestale che dal Monte San Michele scende verso Peteano, giunto a poche centinaia di metri dalla strada provinciale n. 8 vola dalla bici procurandosi una lussazione della caviglia.

Immediato l’allarme al NUE 112 – sono le 11.33 – che gira la telefonata alla SORES- Sala operativa regionale emergenza sanitaria.Alle 11.45 – 12 minuti dopo l’allarme – la SORES allerta l’autoambulanza (con codice verde) e chiede l’intervento del Soccorso Alpino, la cui stazione di partenza si trova a Trieste, distante 40 chilometri. Curiosamente non si allertano i Vigili del fuoco di Gorizia la cui caserma dista 10 chilometri.

L’autoambulanza arriva sul posto alle 12.30 – un’ora dopo l’allarme – nel frattempo gli uomini del Soccorso Alpino giunti da Trieste si erano incamminato lungo il sentiero per soccorrere l’infortunato e quindi trasportarlo in barella per alcune centinaia di metri fino alla strada dove c’era l’ambulanza, che quindi si dirige all’ospedale di Gorizia.

Questi fatti sollevano alcuni interrogativi.

Perché è stato dato un codice verde anziché giallo per un incidente che dalla descrizione- caduta da una mountain bike in corsa – sembra a dinamica maggiore? Perché chiamare il Soccorso Alpino distante 40 km per intervenire su un sentiero forestale percorso da mountain bike, quindi un posto sì impervio, ma non tale da richiedere tecniche di alpinismo? Perché non i Vigili del fuoco la cui caserma dista 10 km da Peteano?

Proprio ieri i rappresentanti dei medici ospedalieri hanno bocciato la gestione del sistema di emergenza della nostra regione definendolo fallimentare e inadeguato. Ma si tratta solo di inefficienza? Un organo di rappresentanza dei Vigili del fuoco – il CONAPO – ha commentato molto duramente quanto accaduto a Peteano dichiarando che visti i precedenti tali fatti non possono essere considerati casuali, ma originati quanto meno da deficienze procedurali della SORES se non proprio da scelte effettuate al di fuori delle procedure.

Allora affiora il sospetto che si miri a sostituire sempre più i pompieri con volontari, in questo caso del soccorso alpino. E allora come non ricordare l’invio dei rocciatori in soccorso di un bagnante sul lungomare di Barcola? Questi sembrano giochi politici che si sommano alle carenze della Centrale operativa, ma così si gioca sulla pelle delle persone. Per questo ho presentato un’interrogazione alla Giunta regionale.

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