Le recenti dichiarazioni rilasciate alla stampa da esponenti del Centrodestra riguardo all’ospedale di Cividale meritano alcune riflessioni.

E’ vero che la chiusura dell’ospedale a Cividale fu decisa dalla precedente amministrazione di centrosinistra, ma è anche vero che tale chiusura fu confermata dall’attuale maggioranza di centrodestra, nonostante gli impegni assunti in campagna elettorale. È inutile tentare di confondere le idee annunciando case della comunità hub, ospedali di comunità, ecc., visto che le prime non sono altro che la riedizione degli inutili CAP della riforma Serracchiani/Telesca ai quali è stato cambiato soltanto il nome, mentre i secondi sono mere RSA, altro che ospedali, dell’ospedale di Cividale non resta niente.

E’ un dramma per la popolazione locale ed è un’occasione mancata per il centrodestra per rimediare al disastro della sanità pubblica determinato dall’incompetenza e arroganza della precedente amministrazione regionale. Il PNRR avrebbe potuto offrire l’occasione per riformare dalle fondamenta il nostro sistema sanitario tenendo conto delle nuove priorità messe in luce dalla recente pandemia. Si sarebbe potuto avviare un’azione di rimodernamento del SSR adottando il modello dipartimentale, fondato su interdisciplinarità e integrazione, e organizzando i percorsi di diagnosi e terapia per “processi”, in modo da superare la burocrazia delle “competenze”. Ed anche assicurare a tutti i malati degenze in ambienti a misura d’uomo, sicuri, confortevoli, con garanzia di privacy, quindi senza dover vivere in eccessiva promiscuità con altri, e con la facoltà di ricevere i parenti senza vincoli ingiustificati.

E così sarebbe stato possibile ripensare ad un nuovo, importante ruolo per i piccoli ospedali. Non si trattava di trasformarli in copie in scala di ospedali di rete, ciò non risponderebbe a criteri di efficacia e sicurezza, ma si poteva ipotizzare un loro ruolo quali presidi di prossimità attraverso l’attivazione/mantenimento di funzioni ospedaliere di base in raccordo con gli ospedali Hub, con presa in carico integrata e cura di pazienti svolgendo, per di più, un attivo ruolo di accoglienza di prossimità e una funzione di filtro verso ospedali Hub consentendo a questi ultimi maggior spazio per occuparsi dell’alta specializzazione. E inoltre, come valore aggiunto, ciò avrebbe garantito la possibilità di una risposta di sistema assai più ampia e articolata nell’eventuale ripetizione di eventi emergenziali.

Invece l’Assessore alla Salute ha preferito seguire pedissequamente il PNRR di Speranza, pur palesemente inadeguato ai bisogni di salute, dimostrando – a mio avviso – una limitata vision politica.

Categories:

Tags:

No responses yet

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *