È successo il 6 dicembre scorso a Trieste, in via Baiamonti.

Questo il racconto del figlio:

“Scrivo per segnalare un fatto, a mio avviso sconvolgente, accaduto il 6 dicembre.

Inizio con una domanda: è possibile che il tempo trascorso tra una chiamata di emergenza al 112 e l’arrivo dell’ambulanza passi più di un’ora? purtroppo la risposta è sì!

Alle 6.38 del mattino vengo svegliato dallo squillo del mio telefono, il che non mi fa presagire nulla di buono, trattasi di mio padre. Richiamo immediatamente (6.39), mi risponde mio papà, che con voce sofferente a stento riesce a chiedermi di chiamare un’ambulanza causa dolori fortissimi. Premetto che da un po’ di giorni soffriva di coliche renali, recatosi in Pronto Soccorso il 4 dicembre e poi dimesso per eseguire una visita il giorno 6.Lo rassicuro e chiudo la telefonata per poter comporre il numero 112 (ore 6.40), dopo qualche istante mi risponde un operatore a cui riferisco il problema, generalità mie, di mio padre e altre domande come da protocollo. Su richiesta segnalo la probabile forte crisi di colica renale, ma segnalo anche che non potevo averne certezza non essendo sul posto ma soprattutto non essendo io un medico.

A questo punto l’operatore mi richiede il numero di cellulare di papà per richiamarlo e accertarsi delle sue condizioni. Datogli il numero interrompiamo immediatamente la chiamata per permettere agli operatori di contattare velocemente mio padre.

Abitando nel comune di S. Dorligo della valle e mio padre invece in via Baiamonti 101 approfitto per vestirmi e scendere a prendere la macchina per recarmi presso l’abitazione di mio padre, intanto provo a contattarlo telefonicamente, ma nessuna risposta. Giunto sul posto alle 7.20 circa, non essendo più stato contattato né da mio padre, né dall’operatore, do per scontato che sia già stato prelevato e portato all’ospedale. Chiamo al telefono mio padre, ma non risponde, penso: “logico! è in autoambulanza”, provo anche ad aprire la porta con la copia di chiavi in mio possesso, ma non funzionano bene e non riesco ad aprirla. peccato il blocchetto è un po’ rovinato e sono troppo nervoso per riuscirci. Allora scendo per far mente locale e contatto mio cugino per chiedere supporto morale ed il suo aiuto per individuare in quale ospedale sia stato portato papà.

Mio cugino, alle 7.40 circa, contatta il triage di Cattinara, ma chi risponde dopo aver controllato gli accessi all’ospedale risponde che lì non c’era e che forse l’ambulanza stava arrivando oppure era al Maggiore (peccato che il PS del Maggiore apre alle ore 8.00).Decido di dirigermi verso casa, ho l’influenza, ho freddo e per fare in fretta sono uscito di casa con le prime cose che avevo sottomano.

Alle 7.53 vengo contattato da un numero sconosciuto, trattasi di un addetto della Croce Rossa, il quale mi segnala di esser sul posto, ma non ha risposta alcuna né al campanello, né al telefono.

Solo in questo momento realizzo la gravità della situazione! L’addetto al telefono mi chiede se sia il caso di chiamare i Vigili del fuoco e logicamente acconsento.

Essendomi allontanato, mi rilancio nuovamente in direzione Baiamonti. Il tempo di arrivare e trovo già la squadra dei Vigili del Fuoco in azione. Corro alla porta nel pianerottolo dove trovo gli operatori sanitari, i vigili sono entrati dalla finestra e vengono ad aprire la porta, non era la serratura il problema, ma era bloccata dall’interno. Apertura fatta, guardo in faccia il Vigile… ho già capito! Abbiamo fatto troppo tardi.

A seguire solo la prassi dei protocolli a carico dei Vigili del fuoco e operatori sanitari.

Forse con un’azione più veloce, non sarebbe cambiato nulla? non lo sapremo mai, ma di una cosa son sicuro, visti altri casi precedenti, un lasso di tempo così lungo tra una chiamata al 112 ed il loro intervento, non può esser accettabile in un caso di emergenza.

Verificando la lista delle chiamate, mi risulta che mio padre non ha risposto alla chiamata dell’operatore, questo fatto, per protocollo, avrebbe dovuto fare scattare l’allarme e forse anche un epilogo diverso.

Spero che questa mia triste segnalazione serva a migliorare il servizio del 112, perché oggi è andata così, ma domani potrebbe succedere a chiunque di noi e ai nostri figli.”

(lettera firmata)

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