Una signora di Trieste – L.D.B. le iniziali – ha segnalato le difficoltà che incontra per andare a trovare sua madre, che ha 100 anni ed è ospite di una Casa di riposo.
Questa la lettera.
“Le vorrei far presente un grosso problema che riguarda i nostri vecchi e i loro cari. Sono più di due anni che io, come tutti, non posso andare a trovare mia mamma nella sua camera dentro la Casa di riposo di cui è ospite. Previo appuntamento, una volta alla settimana e un parente solo, può andare e parlare con lei in una sala comune predisposta per le visite. Adesso che ci sono delle belle giornate posso portarla fuori con la sedia a rotelle, bere un caffè in un bar all’aperto dove finalmente mi racconta un po’ di sé stessa. Voglio, devo, ho bisogno di entrare nella sua cameretta voglio accertarmi che sia in ordine e pulita, voglio insieme a lei aprire l’armadio e i cassetti perché non so più cos’ha e cosa non ha. È la stanza dove lei passa tutta la notte e la maggior parte del giorno. Io devo vedere poter entrare nel suo piccolo mondo.”(lettera firmata)
I piani pandemici delle Aziende sanitarie sono superati dall’attuale realtà dell’evoluzione della pandemia, come, per esempio, il Piano di ASUGI, datato ottobre 2021 e ormai obsoleto in molte sue parti, in particolare in quella relativa alle residenze per anziani.
In questo contesto i gestori delle strutture per anziani non possono che adattarsi a seguire le indicazioni delle Aziende sanitarie, invero molto limitanti la salute e la libertà degli ospiti e delle loro famiglie.
Questo perdurare de facto di uno stato emergenziale non fa che accentuare una strategia di medicina difensiva che si traduce in precetti che rischiano di danneggiare la salute e il benessere delle persone.
Neppure sembra esserci un’indicazione univoca regionale su come organizzare la vita nelle strutture per anziani in una fase che ben si può definire “di convivenza” con il COVID, visto che i protocolli sembrano essere decisi non solo dalle singole Aziende sanitarie, ma sussistano variazioni all’interno di una stessa Azienda da Distretto a Distretto.
Tutto ciò ha conseguenze sullo stato psicofisico degli anziani ospiti, già duramente provati da due anni di “reclusione”, per cui ho interrogato la Giunta regionale affinché intervenga con delle Linee guida univoche sulla vita nelle strutture per anziani che riportino alla normalità le visite dei parenti.
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