Molti mi stanno chiedendo perché non sono candidato alle prossime elezioni regionali e volentieri rispondo.
Considero la politica un servizio civile e per me anche la prosecuzione della professione in un altro ruolo, ma sempre e comunque a tutela dei malati.
Per questo avevo dichiarato fin da dicembre la disponibilità ad essere candidato ritenendo che forse avrei potuto dare un contributo alla rinascita o meglio alla rianimazione della sanità pubblica del FVG, che si ritrova in condizioni asfittiche e ha disperato bisogno di una ripresa.
Numerosi segnali fanno temere che l’obiettivo non sarà la rinascita della sanità pubblica, ma piuttosto la copiatura del modello Lombardia.
E credo che anche per questo alla mia candidatura ci sia stato un NIET che unisce tutto l’arco costituzionale, dall’estrema destra all’estrema sinistra passando per il centro. E tralascio i calcoli terre-à-terre dei professionisti della politica.
Comunque siamo in democrazia, questa è la legge elettorale, e ne prendo atto, senza recriminazioni.
Del resto fin dall’inizio della mia attività in Consiglio regionale sono stato consapevole che la scelta di seguire l’etica e di mantenere gli impegni presi con gli elettori mi avrebbero isolato.
Isolato, ma con un’eccezione importante perché ho trovato sempre sostegno e condivisione, e poi anche amicizia, nel consigliere Furio Honsell, che ringrazio anche per i suoi insegnamenti, sempre preziosi.
Ovviamente quale consigliere regionale manterrò il mio impegno a favore dei cittadini fino all’ultimo giorno del mandato.
La mia attività a sostegno della salute delle persone, tuttavia, in qualche modo continuerà per non disperdere il bagaglio di esperienza professionale, istituzionale e soprattutto umana che ho accumulato; sento forte, infatti, un senso di responsabilità verso tutti quei cittadini che si sono rivolti a me denunciando lo stato preoccupante della nostra sanità.
Grazie per l’apprezzamento e per la fiducia che in tanti mi hanno dimostrato.
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