Trieste, 5 aprile, mattino. Poco prima delle 11.30 in via Coroneo un uomo stramazza al suolo in seguito ad un malore e nella caduta riporta un trauma craniofacciale con vistose ferite al volto.

Immediata la telefonata al 112, passano i minuti e nessuno arriva. Via Coroneo si trova in pieno centro urbano, dista meno di 1 km dall’ospedale Maggiore. L’uomo è sempre a terra, sanguina, partono ulteriori solleciti al 112 ed il tempo continua a scorrere. Alle 11.50 arriva l’ambulanza – sono passati oltre 20 minuti dalla prima telefonata al 112.

Una volta, quando a Trieste c’era ancora il 118, per un soccorso in centro città ci volevano di norma 3-4 minuti, o anche meno.

Qui bisogna di nuovo chiamare in causa la Centrale unica di Palmanova, evidentemente c’è qualcosa che non va nell’organizzazione, nella gestione dei mezzi di soccorso, perché questi non sono diminuiti, anzi negli anni sono aumentati, e neppure risulta che ci sia un incremento delle richieste di soccorso.

La settimana scorsa avevo raccontato di una signora di 96 anni con frattura di bacino e costola che aveva atteso l’ambulanza per ben 10 ore, nonostante i solleciti della figlia al 112.

Avevo anche rivolto un’interrogazione alla Giunta regionale per sapere cosa intendesse fare per interrompere questa lunga serie di ritardi di soccorso che si susseguono da ormai troppi anni. Ad oggi nessuna risposta, eppure un servizio essenziale per la vita e la salute dei cittadini meriterebbe ben altra attenzione.

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