La rete oncologica regionale è lo strumento di organizzazione clinica per la presa in carico dei malati con tumore. Serve a migliorare l’offerta di cura garantendo innanzitutto equità di accesso ai servizi, appropriatezza, multidisciplinarietà di approccio, efficiente uso delle risorse in campo (tecnologiche, professionali) con l’obiettivo di porre al centro il paziente.
Nel novembre del 2019 la Giunta regionale istituisce con la DGR n. 2049 la Rete Oncologica Regionale (ROR) recependo l’Accordo Stato-Regioni su questo tema. Il provvedimento regionale è di apprezzabile qualità, snello, operativo, incisivo e fa presagire il cambio di passo necessario a questa delicata e complessa area clinica.
Poi qualcosa si inceppa e la rete non parte. Per intenderci: non è che va a rilento o trova ostacoli, proprio non parte. E infatti l’Indagine nazionale di Agenas – l’Agenzia nazionale della salute – sullo stato di attuazione delle Reti oncologiche del giugno 2021 boccia pesantemente il FVG, maglia nera italiana nella realizzazione della ROR, una figuraccia. Ma pazienza la brutta figura, qui si tratta di organizzare al meglio le cure per i malati di tumore.
Ricordiamo ben due interrogazioni che chiedono conto dell’attuazione della ROR: una del maggio 2021 e una dello scorso mese del Consigliere Ussai.
Leggiamo dunque le Linee per la gestione del SSR 2022 e di azioni utili ad attivare la rete troviamo poco o nulla. Alla voce “rete oncologica” si ritrovano in una sorta di copia-incolla gli stessi adempimenti già previsti ormai quasi tre anni fa. Insomma: si scrive quello che si è scritto di fare e che sarà fatto quando…sarà fatto. Il teatro dell’assurdo, la ROR come il Godot di Beckett.
Si, è vero, nelle Linee di gestione, complessivamente permeate dalla riproposizione di azioni trite e ritrite, si trovano anche progetti importanti per l’area oncologica, ma anche questi, se avulsi da un sistema regionale dell’oncologia, rischiano di perdere forza, di essere delle fiammate nella notte ed è un peccato perché ci lavorano tanti professionisti ad altissimo livello. E penso soprattutto all’oncologia di precisione che punta a ricercare soluzioni mirate e personalizzate nella cura dei tumori, il futuro.
Concretamente e andando con ordine. La DGR chiede di nominare un Direttore che coordini la ROR. Come mai questa nomina non è stata ancora fatta (dopo 3 anni!)? Come si può pensare di gestire una rete complessa di mezzi tecnologici e di alte professionalità senza un responsabile e una struttura capace e organizzata?
Su tutto, la realizzazione della ROR è fondamentale non solo per la qualità dell’oncologia nel presente, ma per l’oncologia del futuro, anche immediato. La brutta bocciatura di Agenas sulla realizzazione delle ROR in FVG non mette in discussione la qualità dell’oncologia regionale, ma evidenzia l’incapacità politica e amministrativa.
E’ solo attraverso un sistema a rete che si stabiliscono piani terapeutici personalizzati, che si utilizzano le appropriate tecnologie in un contesto Hub&Spoke, che si garantisce davvero una second opinion, che l’equità di accesso alle cure viene facilitato, che i dati vengono trattati in modo da essere utili agli studi clinici, che si realizza un approccio multidisciplinare con al centro il paziente e che emergono le buone pratiche.
A tutto questo serve la ROR. Ma non basta scriverlo e spuntarlo dall’agenda politica come “fatto”.E non si accampi la scusa del Covid perché non sta in piedi. Qui si trattava di portare avanti degli adempimenti organizzativi che nulla avevano a che fare con l’attività clinica. Si trattava di leggere, studiare, rielaborare con spirito costruttivo e, perché no, anche aziendale. Evidentemente tutte capacità che sembrano smarrite.
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