Qual’è il limite al “fine giustifica i mezzi”? Di fronte alle evidenti incongruità del Green Pass, c’è da chiederselo.
Se nei primi mesi di pandemia e altresì al susseguirsi delle varianti del virus era comprensibile un eccesso di cautela e quindi un’interpretazione estensiva del principio di precauzione nelle strategie di politica sanitaria, adesso queste strategie devono adattarsi alla realtà che ormai conosciamo.
Con gli attuali dati di letalità e mortalità del COVID, forse una strategia di mitigazione sarebbe stata più appropriata. Lockdown così severi, il blocco della vita economica e sociale hanno avuto costi troppo alti, anche in termini di salute (ricordiamo che non ci si ammala e non si muore solo di COVID). Impariamo per il futuro.
I cittadini italiani ed europei hanno accettato ogni sorta di restrizione ed è difficile dimenticare i droni per scovare le persone a passeggio, i mitra spianati nelle strade con gente che andava a fare la spesa, le flottiglie di motovedette nei nostri golfi a caccia di natanti, le innumerevoli versioni dell’autocertificazione e le irrinunciabili quanto inutili mascherine all’aperto. Difficile dimenticare.
E in ultimo arrivò il Green Pass. A mio dire comprensibile come inizialmente proposto – nella primavera 2021 – quale strumento per consentire aperture più precoci, essendo ritenuto allora un’attestazione di non contagiosità, su cui ci si è dovuti ricredere già in estate.
Ma adesso?
Il Green Pass con le sue regole assurde, con le sue tabelle interpretative: i giorni pari si, quelli dispari no, il Green Pass rafforzato, quello un po’ meno forte, in bicchiere, gocciato, macchiato caldo, insomma è una farsa! E ormai non è più una misura di prevenzione sanitaria, ma comincia ad assumere i contorni di un accanimento, di un feticcio, di qualcosa di morboso in cui qualcuno, al Governo, sembra intrappolato per giustificare se stesso.
I numeri parlano chiaro: siamo al 91,23% dei parzialmente protetti (guariti o almeno prima dose), le fasce di popolazione più a rischio, dai 50 in su hanno percentuali di vaccinazione da terza dose che vanno dal 75% all’ 86%. (dati da elaborazione Sole 24 ore).
Mantenere lo strumento del Green Pass con pesanti vincoli e contrazioni dei diritti al limite del lecito sembra accanimento, non politica sanitaria.
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