Ho ricevuto questa segnalazione da un’infermiera che oggi si trova a dover vivere l’esperienza di non avere l’assistenza dovuta proprio dall’ospedale in cui ha lavorato per decenni, e con lei tanti altri nefropatici.
<< Caro dott. Zalukar, il nostro ospedale ormai è diventato ai minimi termini. Che tristezza. Purtroppo sono diventata una paziente della nefrologia e vado ai controlli ogni 6 mesi, ma il mio controllo che lo avevo il 29 luglio me lo hanno spostato il 18 aprile del 2022 per mancanza di medici. Sono in 2 per tutto il reparto di Nefrologia del Maggiore. Certo mi seguirà il mio medico di base che si sentirà telefonicamente con i nefrologi, ma il mio medico capirà il mio stato di salute? Sono molto demoralizzata per me e per tutti gli altri pazienti che sono nelle mie condizioni e forse anche più gravi E’ mai possibile? Si può fare qualcosa!? O dobbiamo soccombere!? >> (lettera firmata)Questa volta l’Azienda sanitaria ha risposto subito in modo efficiente e cortese, garantendo la visita specialistica in pochi giorni e spiegando con inusuale trasparenza che “la carenza del personale medico specialista in Nefrologia è nota alla amministrazione ASUGI. Le motivazioni sono multiple, legate ad una politica che per anni ha ridotto gli ingressi nelle Scuole di Specialità, dai pensionamenti, dalla mobilità dei medici senza una loro sostituzione programmata. A questo si aggiungono anche le malattie dei medici talora anche lunghe (il 50% e ben oltre i 55 anni) o le gravidanze che non vengono sostituite. I concorsi vanno deserti per assenza di nuovi medici specialisti.>> (lettera firmata)
Ed io aggiungo un altro non trascurabile motivo della carenza di sanitari: a Trieste i medici ospedalieri sono i peggio pagati d’Italia.
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