Ha avuto vasta eco la notizia dei tre feriti, di cui uno morente, rimasti riversi sull’asfalto a Maniago per oltre mezz’ora prima che arrivasse il soccorso.Il giorno dopo mi è giunta questa segnalazione:

Per dovere di cronaca: ieri pomeriggio richiesto intervento 118 tramite 112 per soccorso a persona in seguito diagnosticata frattura del femore atteso ambulanza in strada per un’ora e 10 primi.“

E’ successo a Trieste nel cortile dinnanzi al civico 50 di viale Campi Elisi, vittima una signora di 84 anni.

Sul fatto ho interrogato l’Assessore alla Salute, poiché ritengo inumano una persona sia lasciata senza soccorso per 70 minuti con un femore spezzato.

Questa in sintesi la risposta dell’assessore: “Arrivo della chiamata: 17.48 – codice verde per donna di 84 anni lucida, collaborante, non più a terra in quanto sedutasi autonomamente su una sedia – invio mezzo: 18.44 – arrivo sul posto: 18.56.”

Una risposta secca, senza aggiungere altro, neppure una parola di rammarico per l’anziana signora che ha dovuto sopportare un’attesa così lunga in preda a dolori lancinanti. Tanto che al triage di Cattinara è stato attribuito un codice giallo, visto il forte dolore, classificato di grado 8 su una scala che va da 1 a 10.

Ecco come sono finiti il rispetto per i cittadini, l’aiuto per chi soffre; eppure anni fa Trieste vantava uno dei sistemi di soccorso tra i migliori in Italia, la cui rapidità era proverbiale.

Di cui ora rimane soltanto un lontano ricordo. E poco o nulla possono i sanitari che operano sul campo, sono gli stessi di prima, quindi professionali, esperti, motivati, ma se Palmanova sbaglia il codice o li manda all’indirizzo sbagliato, a ciò non possono rimediare.

Palmanova è distante solo 50 km, ma è lontana anni luce da quel che è stata la Centrale Operativa 118 di Trieste.

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