Il 27 luglio scorso ho ricevuto una richiesta di aiuto da una signora di Trieste -M. D. le iniziali- che non riusciva ad ottenere la terapia analgesica per lenire il forte e persistente dolore dell’ anziana madre con il braccio fratturato.

Ecco la testimonianza della figlia:

“Mia madre è in casa di riposo a Trieste, una settimana fa è caduta dall’alto e si è fratturata il braccio, vista l’età e le patologie che ha e poi perché è magrissima è meglio non operare, quindi riportata in struttura con tutore per un mese, in struttura appena un paio di giorni dopo mi hanno detto che dovevamo prendere tachipirina 1000 e la ricetta me l’aveva fatta la mia dottoressa, sono giorni che cerchiamo di contattare la dottoressa di mia madre, ho mandato email ma non ha risposto, il telefono ha la segreteria telefonica e dice che ora è piena. Il problema è che solo la tachipirina non basta, la mamma ha dolori e in Pronto Soccorso hanno detto che ci vorrebbe anche Tachidol, ma se non abbiamo la terapia scritta in casa di riposo non la somministrano, non sappiamo come fare per non far soffrire di dolore la mamma”.

Ho subito contattato l’Ufficio Relazioni Pubbliche della Regione per ottenere un aiuto tempestivo che potesse risparmiare alla signora inutili sofferenze.

Il 31 luglio ho ricevuto questo messaggio: “Buongiorno volevo ringraziarla per avermi aiutato, purtroppo questa mattina la mamma è venuta a mancare.”

È deplorevole che una persona, e tanto più se anziana e fragile, abbia dovuto subire pesanti e prolungate sofferenze, facilmente evitabili, per cui ho presentato un’interrogazione alla Giunta regionale per conoscere quali azioni intende intraprendere per garantire un’efficace assistenza alle persone ospitate nelle strutture residenziali.

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