Quando si parla del Covid-19 il primo pensiero va alle persone decedute e alle loro famiglie, poi l’attenzione si sposta sulla gestione sanitaria dell’epidemia ed infine emergono le conseguenze economiche e sociali che l’epidemia ha scatenato e che verosimilmente si protrarranno per anni.
Lo dico da mesi ormai: il finanziamento della sanità è funzione del PIL, se quest’ultimo si riduce, la capacità di spesa per la sanità rischia di diminuire sensibilmente e questo porta inevitabilmente ad un complessivo peggioramento degli indicatori di salute (maggiore mortalità ed aumento delle cronicità, per citarne alcuni).
Ecco perché la questione economica è importante, ecco perché il sostegno, il rilancio e il ripensamento della produzione sono focali.
In questa fase di riapertura delle attività che vede un drastico ridimensionamento dell’epidemia, ma anche una migliore capacità clinica di cura, si dovrebbe operare uno sforzo per rendere agevole la ripartenza.
Sulle assurdità ed incongruenze dell’infinita serie di regole per contenere il contagio si potrebbero riempire intere rubriche de “la sai l’ultima” della Settimana Enigmistica, ma la vicenda degli esami pratici per la patente di guida ha toccato vette inesplorate. Sanificazione della vettura, mascherine, interruzione dell’esame dopo quindici minuti per arieggiare e sanificare nuovamente il veicolo, insomma, procedure da sala chirurgica; il tutto quando le persone si incontrano al bar, vanno in ristorante, affollano i bus, e di fatto conducono una vita quasi del tutto normale. Che senso ha sanificare l’auto, pulire il volante ogni quarto d’ora se chi guida indossa mascherina e guanti? E fermarsi dopo 15 minuti per arieggiare? Forse basterebbe circolare con i finestrini aperti e il ricambio d’aria sarebbe costante.
Questo aggravio per gli esami di guida, sul quale, ne sono certo, le scuole guida faranno del loro meglio, è sintomatico di una scarsa volontà/capacità di far ripartire il paese. Sembra piuttosto che i vari Comitati tecnici si inventino procedure bizzarre per giustificare sé stessi e supportare una certa politica che attraverso l’ostinato mantenimento dell’allerta epidemica tenta di vestire un ruolo salvifico elettoralmente pagante.
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