Oltre 278 milioni di euro da ripianare entro l’anno: è questo il buco che il sistema sanitario del FVG accumulerà nel 2024, riportato oggi dalla stampa.
Ma non c’è scritto che questo enorme deficit risulta sovrapponibile a quello riscontrato nel 2023, infatti la manovra di bilancio approvata dal Consiglio regionale lo scorso dicembre aveva stanziato per quest’anno il 9,58% in più di fondi per la sanità, pari a 278 milioni di euro, da aggiungersi ai 3 miliardi complessivi.
Eppure, visti i conti economici previsionali delle tre Aziende sanitarie regionali a fine anno sarà necessaria una nuova manovra di ripiano della stessa cifra, portando la spesa sanitaria a ben oltre 3 miliardi e mezzo di euro.
Una cifra enorme che però non sorprende gli “addetti ai lavori” che da molti anni denunciano le gravi inefficienze del nostro servizio sanitario, a partire dalla riforma Serracchiani Telesca, sostanzialmente ripresa dalla Giunta Fedriga.
A fine 2023 l’incidenza del costo del personale in regione risultava pari al 33,63%, mentre a livello nazionale non andava oltre il 27,16%. «Spendiamo – aveva allora sottolineato l’assessore Riccardi – il 7 per cento in più delle regioni ordinarie, il 3 per cento in più di quelle a statuto speciale».
Ma se per la quantità di spesa siamo arrivati tra i primi, per la qualità dei servizi erogati siamo precipitati tra gli ultimi. Eppure, fino ad una decina di anni fa eravamo ai vertici nelle graduatorie regionali di efficacia dei servizi.
Evidentemente il problema sta nel come vengono spesi i soldi, visto che la disponibilità di risorse per il Servizio sanitario del FVG non è mai stata così ricca come in questi ultimi anni.
È mancata la progettualità, sono prevalsi gli annunci e la fuga dalle responsabilità, quando la politica avrebbe dovuto fornire ai tecnici gli elementi per pianificare e quindi gestire al meglio le risorse disponibili, evitando gli sprechi.
Sprechi di denaro pubblico che evidentemente si possono fare impunemente, malgrado il grave disavanzo comporti per legge la decadenza del direttore (DLGS n. 502/1992 e s.m.), invece si ripiana con una sorta di piè di lista e nessuno pone mano alla legge.
Per i cittadini significa spendere più soldi pubblici per avere meno servizi. Il danno e la beffa.
No responses yet