Commuove il tentativo del rettore della Scuola Sant’Anna di Pisa di consolare l’assessore alla Salute Riccardi dopo la batosta del rapporto sullo stato della nostra sanità. Tante belle parole, non manca la scusante del Covid (quasi fossimo l’unica regione ad essere contagiata), a cui si aggiunge l’evidenza dei punti di forza del FVG, tre – forse un po’pochi – tra questi il cardiovascolare, ma a Trieste una signora mi ha appena scritto che “per prenotare una visita cardiologica con eco cardiogramma per intervento, si parla il 23 marzo 2023”
A fronte di queste “eccellenze” restano però nella loro drammaticità i punti di debolezza, perché i ritardi della chirurgia oncologica, i tempi di attesa infiniti per esami e accertamenti diagnostici, le più frequenti amputazioni tra i diabetici significano anni di vita perduti, sofferenze, lutti.
E poi ci sono le inefficienze, non irrilevanti, perché si traducono in soldi spesi male e allora il danno per il cittadino è doppio: riceve meno cure e paga di più.
Non si è fatto attendere l’intervento dell’assessore Riccardi che ha annunciato “un approfondimento in settimana”. Ma è da oltre due anni che le criticità rilevate dall’ Sant’Anna sono note, sono state fatte diverse interrogazioni alla Giunta, le cui risposte o non arrivavano o erano disarmanti: va tutto bene, critiche strumentali, interessi personali, responsabilità d’altri ecc. ecc. Accompagnate dai roboanti annunci dell’Assessore circa le magnifiche sorti e progressive a cui si stava immancabilmente avviando la nostra sanità.
Ma ora dopo l’eccellenza degli annunci si è palesata una ben più dura realtà, e per affrontarla non serve aggiungere parole a parole, servono concrete capacità programmatiche, organizzative e gestionali. Ma esistono?
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