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Lo scorso 17 aprile è apparsa sulla stampa la prima notizia della nave-ospedale destinata a 150 ospiti COVID positivi, secondo le stime dell’Assessorato, provenienti dalle case di riposo promiscue molte delle quali impossibilitate a distinguere tra spazi COVID e no COVID.

Il “Piano per le residenze per anziani e disabili in risposta all’emergenza sanitaria da SARS-CoV-2” di ASUGI, nella versione del 22 aprile, prevede un fabbisogno di circa 160-180 posti letto per almeno sei mesi, previsione che poggia sulla base dei risultati delle ultime campagne di tamponi a ospiti anche asintomatici delle case di riposo.

Le stime dell’Assessorato del 17 aprile collimano quasi perfettamente con il fabbisogno rilevato da ASUGI e entrambi i numeri sembrano coincidere con i posti di degenza ricavabili dalla nave-ospedale.

Ritengo che simili convergenze devono per forza essere frutto di un modello innovativo di calcolo predittivo, i cui parametri sarebbe utile diffondere alla comunità scientifica e non solo.

Modelli capaci di predire il perfetto incontro tra domanda di salute (bisogno di posti letto), offerta di salute (posti letti a disposizione), e disponibilità del provider sul lato offerta, potrebbero essere innovativi in altri settori dell’economia.

Anche se detto modello sembra avere un’unica pecca, ossia non tener conto della variabile P (Prezzo), o la suppone infinita.

Ho quindi ritenuto di interrogare la Giunta per conoscere quale modello predittivo di calcolo abbia adottato ASUGI per addivenire ad un calcolo del fabbisogno così preciso e stabile nel tempo, nonché per conoscere anche quale sarebbe la reazione di questo modello all’introduzione della variabile P (Prezzo) in una valutazione di costo-utilità e di costo-efficacia.

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