La gran parte degli infermieri del Pronto Soccorso di Monfalcone ha chiesto di essere trasferito ad altro servizio.
Hanno capito che le grida di allarme lanciate in questi mesi non sono servite a nulla e così ai 30 infermieri non resta altro che andarsene. E credo con enorme dispiacere. Per anni ho lavorato nel 118 e nel Pronto Soccorso e so che opera nell’emergenza assai difficilmente sceglie di andarsene. Deve esservi costretto.
Da anni il Pronto Soccorso di Monfalcone è sottoposto a carichi di lavoro insostenibili e risente anche di un’organizzazione improbabile. I primi a farne le spese sono i malati ma è evidente che il personale soffre con loro lo stato di crisi della struttura.
Lo scorso febbraio un paziente è stato rinvenuto morto alle dieci di sera nel corridoio del Pronto Soccorso, dove era entrato 10 ore prima. In merito a questo fatto un mese fa l’Assessore Riccardi aveva risposto nell’aula del Consiglio regionale che in merito all’organizzazione del lavoro del PS di Monfalcone “è stato ridiscusso con gli operatori tutto il percorso di presa in carico dei pazienti, focalizzando alcuni punti per garantire un’ottimizzazione dei flussi“ aggiungendo che sono state fornite delle “indicazioni sulle azioni di miglioramento da porre in essere – di tipo prevalentemente organizzativo – e previsti monitoraggi mensili, da parte della Direzione Medica Ospedaliera.”
Viste le domande di trasferimento si presume che gli annunci siano rimasti tali, come quasi sempre avviene.
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