Questo il racconto di un “prigioniero” della burocrazia Green Pass:

<< In data 5 novembre 2020 mia moglie e mio figlio risultano positivi al covid ( moglie con tampone effettuato) con sintomi evidenti: febbre, tosse, mal di gola, forte mal di testa. In data 06.11 chiamo Asugi per ricevere informazioni sul da farsi, in quanto ho febbre/mal di gola e forte mal di testa anche io. Mi viene data la quarantena fino al 25.11 e mi dicono che non serve fare alcun tampone in quanto i sintomi segnalano in maniera evidente la mia positività e per non sovraccaricare il sistema sanitario già saturo di richieste di tamponi. Dopo 9 giorni la febbre comincia a salire ed arriva a 39.4, dopo diverse chiamate al numero verde, il 16.11 da Asugi mi vengono finalmente somministrati antibiotici e cortisone (allego ricette ricevute via mail) e mi viene prolungata la quarantena fino al 28.11, giorno in cui ricevo esito tampone negativo. A fine maggio 2021 ho effettuato vaccino PFIZER dove, come da allegato, mi è stata confermata unica dose in quanto soggetto positivo al COVID entro i 6 mesi precedenti. Mi è stato inviato però il certificato di vaccinazione come incompleto…ed anche la certificazione verde risulta ancora incompleta. Oltre a tutta la documentazione prodotta ho inoltrato anche i certificati medici attestanti la malattia Covid relativa al periodo di novembre 2020. Credo ci siano tutti gli elementi utili per poter valutare, o far valutare chi preposto all’uopo, ed emettere di conseguenza il Green pass corretto. Vi chiedo di poter intervenire con la massima urgenza, causa mancanza di Green pass non posso accompagnare il figlio in asilo!!! >>

Da tutte le certificazioni prodotte dal “prigioniero” pare evidente al di là di ogni ragionevole dubbio che questi è stato colpito dall’infezione da Covid, e in forma non lieve; pare evidente che successivamente ha ricevuto la dose di vaccino come da procedura; pare evidente che non sia per lui indicata una seconda dose. Dal punto di vista della logica sarebbe titolato ad avere il Green Pass, e quindi a vivere liberamente (si fa per dire…), ma non lo è dal punto di vista burocratico.

E così seppur incolpevole è costretto a vivere in libertà limitata….. a meno che non accetti di sottoporsi ad una seconda dose di vaccino, che però nel suo caso pare sconsigliata sotto il profilo sanitario, visto i potenziali seppur improbabili ma non impossibili rischi. Che ovviamente non importano alla burocrazia.

Credo che dovrebbe svilupparsi un’iniziativa a tutti i livelli, dal governo regionale a quello centrale, per meglio regolamentare le procedure riguardanti il Green Pass, perché non sono pochi i cittadini che pur essendo titolati a ricevere il Green Pass non riescono ad ottenerlo per impasse burocratiche.

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