Che la strategia delle “3T”, ossia del Testare, Tracciare e Trattare, sia quella giusta per arginare il contagio e sollevare gli ospedali dall’eccesso di ricoveri COVID è ormai acclarato.
Stupisce che ASUGI non si sia adeguatamente preparata a far funzionare questo percorso, le cui prime due fasi richiedono un’attività a bassa intensità sanitaria (ossia un limitato utilizzo di risorse umane afferenti alle professioni sanitarie), ma ad alta intensità organizzativa (ossia personale “laico” formato all’attività di call center, prenotazioni, gestione cliente).
Vi sono numerosissime segnalazioni sui media di persone sospette positive, positive, in quarantena e in post-quarantena (più di 10 giorni), confermate dalla pratica quotidiana che denunciano:
• mancato contatto di ASUGI a fronte di una segnalazione di positività (il che fa perdere ogni speranza di tracciamento);
• irreperibilità del Dipartimento di Prevenzione a qualsivoglia numero di telefono o email (es.: numero verde 0800909060, 0403997490-7481-7492) per comunicazioni, informazioni e/o gestione casi;
• ritardi nell’esecuzione dei test di controllo utili ad accertare la “negativizzazione” dei pazienti positivi o l’eventuale prosieguo della quarantena in caso di reiterata positività;
• tempi lunghi (due o più giorni) per la refertazione dei tamponi (nel privato la refertazione avviene in poche ore);• invio ritardato ai pazienti risultati positivi delle regole e prescrizioni da rispettare nel periodo di isolamento domiciliare (per esempio: arrivano a quarantena finita);
• ritardi di ASUGI nella comunicazione dei referti di negativizzazione alle scuole.Il sistema di Testare/Tracciare pare essere sostanzialmente saltato e ciò potrebbe spiegare, insieme ad altri fattori, il picco di contagi dell’area triestina.
Le fasi di Testare/Tracciare fungono da “diga” a favore dell’ospedale preservandolo da un eccesso di accessi per COVID e quindi l’alleggerimento dell’ospedale consente non solo ai pazienti COVID di ricevere cure più intense, ma consente altresì un più facile ritorno alla normalità anche delle altre attività di cura.
Ma oltre alla perdita in termini di salute per i cittadini, si pone l’attenzione sull’enorme danno economico alla città determinato dall’evidente inefficacia del Dipartimento di Prevenzione di ASUGI relativamente all’attività Testare/Tracciare sul COVID.
Il mantenimento sine die di lavoratori in quarantena senza tampone di negativizzazione e senza comunicazione alcuna da parte di ASUGI, magari con i figli in DAD per contatto stretto, si rivela un impedimento non da poco alla ripresa di qualsiasi attività lavorativa e sociale.Ed anche per gli studenti di ogni età questa situazione si riverbera negativamente nel loro percorso formativo (DAD, ecc.) e, in alcuni casi, si potrebbe configurare come autentico impedimento al diritto allo studio, e ciò non tanto per motivazioni inerenti al primario diritto alla salute, ma per mere mancanze organizzative.
Le attività non sanitarie del processo di Testare/Tracciare come, ad esempio, la gestione delle prenotazioni, i contatti, le comunicazioni e via dicendo, possono essere svolte da personale “laico” formato allo scopo in breve periodo (e assunto a tempo determinato) e che sarebbe facilmente reperibile sul mercato del lavoro ad un costo di gran lunga inferiore alle ingenti perdite economiche ingenerate dal reiterato mantenimento dei lavoratori a casa.
Il predetto danno economico alla città, proprio mentre l’economia reale sta riprendendo vigore è causato dall’evidente impasse gestionale ed organizzativo determinato dalle carenze di ASUGI nella gestione del processo di Testare/Tracciare e su ciò qualcuno dovrebbe intervenire decisamente e senza ulteriori ritardi.
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