A Trieste una quota molto rilevante dei contagi da coronavirus ha riguardato medici, infermieri ed OSS dell’Azienda sanitaria, che evidentemente hanno contratto l’infezione in ospedale o nei servizi di assistenza territoriali.

Ma i dati ufficiali conteggiano solo il personale a rapporto di lavoro dipendente infettatosi in ospedale e non già tutti gli altri gli operatori di Cooperative, ONLUS e associazioni che lavorano in convenzione con l’azienda ospedaliera. E neppure sono stati conteggiati i familiari degli operatori sanitari che da questi sono stati a loro volta infettati.

E nessuno sa quanti dei pazienti ricoverati negli ospedali cittadini si è infettato proprio durante il ricovero. Sono decine, centinaia? Non si sa perché tutto è avvolto nella massima segretezza.

I dati dovrebbero invece essere resi pubblici nella loro totalità per consentire ai cittadini di conoscere il reale evolversi dell’epidemia e anche per consentire l’elaborazione dei dati da parte dei ricercatori indipendenti.

Ho interrogato la Giunta regionale per conoscere i dati completi relativi a tutti i contagi COVID-19 negli ospedali dell’Azienda sanitaria triestina di medici, infermieri e di tutti gli altri lavoratori sia dipendenti, che convenzionati, dei loro familiari ed infine dei pazienti che hanno contratto l’infezione durante il ricovero ospedaliero.

L’interrogazione è del 29 maggio scorso, ma nonostante l’attualità e importanza della questione a tutt’oggi da Assessore e Giunta il silenzio è totale.

L’ampiezza dell’epidemia negli ospedali triestini resta un segreto.

Si nascondono i dati e poi ci si lamenta se Austria e Slovenia non aprono le frontiere? Se i turisti stranieri disertano le nostre spiagge? La prima fondamentale arma per contenere il rischio è sapere dove il virus si manifesta. Se tutto ciò è secretato che fiducia possiamo offrire?

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