Questo il racconto della madre, affetta da sclerosi multipla, che ha accompagnato la figlia, anch’essa disabile, all’ospedale di Cattinara:

<< Il fatto è accaduto il 26 ottobre 2023: siamo arrivati con il nostro mezzo perché l’autoambulanza non arrivava all’ospedale di Cattinara di Trieste, dalle 11.30 circa e fino alle 12.56 ci hanno lasciate in una stanzetta alla fine della rampa, senza finestra e in pieno giro d’aria, aspettavamo l’infermiera per fare il tampone, poi con il cambio turno è arrivata un’infermiera gentilissima (non ci ha fatto il tampone perché non serviva in quanto fatto in farmacia il giorno prima era già segnalato all’Azienda Sanitaria come positivo) a mia figlia ha misurato saturazione e temperatura, alle 13.30 circa ci hanno portato in una stanza riservata ai positivi dove le hanno fatto il prelievo del sangue sia venoso che arterioso e le hanno lasciato l’ago inserito per poi effettuare la terapia di monoclonali consigliato dal Reparto Infettivi dell’Ospedale Maggiore oppure il cortisone.

Nel frattempo, è arrivato il prete a dare l’estrema unzione alla signora che era nella nostra stanza, nessuno ha tenuto presente che erano in presenza di due disabili madre e figlia che dovevano subire tutto ciò, ogni volta che tentavo di chiedere aiuto o informazioni venivamo trattate come appestate, in nessun momento ci hanno chiesto se avessimo bisogno di qualcosa, andare in bagno, dell’acqua etc… Il tempo passava e nessuno si faceva vivo e se chiedevo qualcosa fuori dalla stanza, rigorosamente con mascherina, venivo trattata in malo modo con urla: chiuda la porta siete positive!!! Nessuno è venuto a vederci, senza né bere né mangiare e senza essere prese in considerazione. Per fortuna avevo con me il saturimetro perché a mia figlia affetta da ipertensione polmonare bisogna tenere sotto controllo la saturazione, e ancora più spesso essendo positiva al Covid, ma nessun infermiere è venuto a controllarla.

A mia figlia anche se continuava a tossire e avere difficolta nel respirare non sono state fatti altri controlli ed il medico di turno ha reputato che non aveva bisogno di nessuna terapia. Finalmente è arrivata la seconda infermiera gentile di tutta l’equipe che ci ha assistito e le ha tolto tutto, ma soprattutto la fascia strettissima che le avevano messo per il prelievo arterioso al polso, aveva la mano gonfia e blu. Siamo state trattate come avessimo la peste, finalmente decidono di dimetterla intorno alle18.00, fino alle 19.40 non è arrivato nessuno a dirci che potevamo andare a casa anche se il verbale era pronto alle 18.46.

Chiedo solo che le persone vengano trattate con umanità, anche se il periodo è difficile per tutti, immaginate per le persone fragili e i loro familiari.

L’umanità non è un costo per la sanità, è gratis, perché non la usano tutti? >>

(lettera firmata)

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