Lettera aperta al Presidente Fedriga su obblighi e divieti delle norme antivirus:

Carissimo Presidente,

ci ha spesso raccontato che le misure antivirus vengono adottate dopo aver consultato gli “esperti”, e di questo non dubitiamo, ma alcune regole ci sembrano incomprensibili e in vista della nuova ordinanza vorremmo che i motivi di queste scelte ci fossero spiegati con parole semplici e comprensibili.

1. Non oltrepassare i confini comunali. Perché se io abito nel comune di Trieste quando passo il confine del comune limitrofo di Monrupino rischio di prendere il virus, mentre il mio concittadino di Monrupino non lo prende in quel comune ma rischia di prenderlo se entra nel mio?

2. Non prendere l’auto per raggiungere boschi o parchi. È lodevole l’intenzione di farci muovere di più, anche se è strano da parte di chi ci ha tenuto fermi per settimane, ma ci sono molti residenti in città che non ce la fanno ad arrivare a piedi in boschi e parchi, soprattutto se anziani, così si affollano, anzi si “assembrano” in vie e piazze cittadine, mentre prati e boschi restano vuoti.

3. Può far bagno in mare solo chi abita entro 500 metri dalla costa. Perché questi pochi fortunati non rischiano il virus? Forse l’aria di mare fa bene e protegge di più, ma allora perché non lasciar far bagno anche ai terricoli? E non si chiamino in causa possibili assembramenti, siamo cittadini responsabili.

4. Tuffarsi in mare si può, nuotare no. Perché se mi tuffo non prendo il virus, ma se nuoto rischio di prenderlo?

5. Vietato stare al sole.Perché rischio di contagiarmi se sto disteso al sole in riva al mare? E anche qui non si chiamino in causa possibili assembramenti, non siamo otarie.

6. Vietato andare in barca. Perché sarà consentito pescare in riva ai fiumi (giustamente), ma vietato uscire con una barchetta per pescare in mezzo al mare?

7. Obbligo di guanti. Gli “esperti” sanno che indossarli potrebbe essere addirittura controproducente? Oltre a dare un falso senso di protezione l’eventuale utilità è condizionata dalla correttezza di chi li indossa, che dovrebbe cambiarli ogni volta che tocca qualcosa. Ma se qualcuno indossa gli stessi guanti per ore potrebbe infettare molto di più che restando a mani nude, seppure a termini di legge. E non è controllabile. Non sarebbe molto meglio puntare sulla comunicazione martellante che bisogna lavarsi le mani dopo ogni contatto?

8. Le mascherine. Sanno gli “esperti” che all’aria aperta le mascherine non servono, a meno che non si partecipi ad un assembramento per almeno una decina di minuti? Sanno che danno una falsa sicurezza attenuando l’attenzione sulla distanza interpersonale, questa sì fondamentale? In ambienti chiusi è plausibile che le mascherine aiutino a diminuire il rischio. Ma le mascherine devono essere cambiate ogni due ore, o anche meno se si bagnano, altrimenti diventano dannose. E questo come si fa controllare?

Ecco, carissimo Presidente, la preghiamo di tener conto di queste nostre istanze, Le ricordiamo che noi abitanti del FVG abbiamo nostro malgrado osservato per due mesi norme incomprensibili, alcune palesemente assurde, perché siamo persone oneste e osservanti delle leggi. Ma mal sopportiamo essere considerati sudditi scriteriati. Sappiamo che la massima responsabilità è del Presidente del Consiglio Conte, se siamo costretti a restrizioni della libertà irragionevoli e vessatorie. Ma, carissimo Presidente, per piacere, cerchi nella prossima ordinanza di attenuare in tutti i modi possibili le assurdità imposte da Conte, per rispetto della nostra intelligenza e della nostra libertà.

Grazie e cordialità.

Se condividete questa lettera e volete contribuire alle finalità espresse fate copia e incolla e trasmettetela al Presidente Fedriga ( presidente@regione.fvg.it ) in modo che possa rappresentare al Presidente del Consiglio Conte le istanze della gente del FVG, composta da liberi cittadini e non da sudditi irresponsabili, come forse crede. Più lettere saranno inviate tanta più forza avremo per essere sollevati da obblighi inutili, se non dannosi.

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