Da quanto apparso oggi sulla stampa l’Assessore alla salute starebbe pensando di concentrare gli ospiti delle residenze per anziani positivi al Covd-19 su una nave appositamente noleggiata da tenere all’attracco nel porto di Trieste.

Non è chiaro se ha in mente una nave ospedale o una casa di cura galleggiante. Distinzione non di poco conto perché trasformare una nave in ospedale comporterebbe adattamenti importanti e conseguenti costi elevati, oltre alla spesa del nolo.

Credo che occorra un’attenta valutazione del rapporto costi/ benefici sia dal punto di vista sanitario-assistenziale che economico, quindi uno studio programmatico che partendo dai fabbisogni simuli gli assetti organizzativi, i rischi, l’impatto sul sistema, i costi.

Ma prima di pensare ad una nave ospedale sarebbe forse più semplice valutare l’apertura di ulteriori letti all’ospedale Maggiore, si potrebbe arrivare a circa 200 letti, tante sono le testiere letto già disponibili, di cui 8 letti di terapia intensiva chiusi due anni fa, quindi nuovissimi e immediatamente utilizzabili. Ci sarebbero dei costi ma per avere strutture permanenti piuttosto che un noleggio.

Se invece si pensa a una nave in funzione di casa di cura galleggiante forse sarebbe meglio considerare gli alberghi, che credo abbiano molte stanze disponibili. Sarebbero verosimilmente più comode delle cabine di un bastimento e i soldi resterebbero a Trieste, in un comparto che non se la passa bene.

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