Questo il racconto della vittima:
“Martedì 2 agosto alle 20.25 ho avuto un incidente stradale, transitavo nel tratto di strada tra via di Peco e la statale 202, in un attimo mi sono trovato a terra dolorante, un capriolo di circa 20/25kg mi era saltato praticamente addosso. Una frattura al perone mi impediva di alzarmi sono scivolato verso la moto, spento il motore, il tempo di prendere il cellulare che era in una custodia sulla moto, che sono arrivate in auto, due ragazze e un ragazzo (che terrei a ringraziare di persona), che mi hanno aiutato, hanno chiamato un’ambulanza, mentre io avvisavo i miei famigliari che mi stavano aspettando. L’attesa è stata infinita, sono rimasto a terra 40 minuti, non c’era verso di far capire all’operatore dove ci trovavamo. Ma il centro che riceve le chiamate non ha la possibilità di ricevere (magari su un cellulare di servizio) tramite whatsapp la posizione di Google Maps. Io credo fermamente che qualsiasi operatore al centralino confrontandosi con l’autista che conosce il territorio avrebbe capito dove andare semplicemente indicando il nome della via e la giusta diramazione. Nel 2022 con tutta questa comunicazione non si può restare distesi 40 minuti in strada. Se non avessi avuto solo una frattura ma una forte emorragia cosa sarebbe successo?” (lettera firmata)
Chissà se l’Assessore alla Salute del FVG risponderà a questa domanda?
Credo di no, altrimenti dovrebbe spiegare alla comunità regionale perché continua a proteggere un modello organizzativo, nonostante le evidenze di ritardi e disservizi che continuano a mettere a rischio la salute e la sicurezza dei cittadini del Friuli Venezia Giulia.
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