Lo scorso settembre fece molto scalpore la disavventura di un’anziana signora “abbandonata” per ore nel Pronto Soccorso di Monfalcone, tanto che presentai un’ interrogazione in merito alla Giunta regionale. Risultò subito chiaro che il personale, vuoi per carenza di risorse, vuoi per un’organizzazione discutibile, non sempre era messo in grado di sostenere adeguatamente gli imponenti carichi di lavoro.
Era il 4 settembre, poco prima di mezzogiorno, quando un’anziana signora perde conoscenza in un bar di Grado, un’ambulanza la trasporta al Pronto Soccorso di Monfalcone e qui la paziente viene trasferita dalla barella su una sedia. Vi rimane per ore, tutta bagnata poiché al momento del malore ha perso urina, ma nemmeno un cambio per metterla a suo agio, e nemmeno un bicchiere d’acqua. Sono ormai le 7 di sera quando la paziente che era in PS da 6 ore chiede di essere dimessa temendo che col sopraggiungere della notte sarebbe dovuta rimanere lì senza assistenza alcuna. E’ uscita senza alcuna documentazione clinica, in quanto – secondo la testimonianza di chi l’accompagnava – non sapevano chi fosse, perché e come fosse stata lì.
Pochi giorni fa l’Assessore alla salute ha risposto ( per modo di dire) alla mia interrogazione affermando che la signora è stata accolta al triage con il codice verde, che i parametri vitali erano nella norma e che sono stati effettuati gli interventi previsti per il codice rilevato. Precisando che le criticità emerse, prevalentemente di tipo organizzativo interno, andavano comunque ricondotte principalmente ai feriti portati quel giorno a Monfalcone in seguito alla sparatoria avvenuta a Trieste di primo mattino. E concludendo che è previsto un intervento di riqualificazione del Pronto Soccorso di Monfalcone.
Da allora sono passati 6 mesi eppure la situazione in cui si trova il Pronto Soccorso del San Polo continua ad essere critica, come ben sanno gli operatori sanitari che ci lavorano e i monfalconesi che devono sottostare ad attese infinite prima di essere visitati, spesso anche nei casi urgenti. Mercoledì scorso è stata rilevata un’ora e mezzo di attesa per i codici gialli.
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