Le rappresentanze sindacali dei medici ospedalieri riunite in videoconferenza con l’Assessore alla Salute Riccardi ed il Direttore centrale salute Zamaro hanno evidenziato le gravi difficoltà derivanti dalla persistente carenza di risorse, a cui si aggiungono i pesanti deficit organizzativi tuttora irrisolti.

In particolare è stato segnalato che mancano protocolli ed indicazioni comportamentali precisi ed uniformi su materie assai rilevanti, come le procedure relative ai DPI – dispositivi di protezione individuale, ai tamponi, ma anche per quanto riguarda gli spostamenti del personale tra i vari reparti o strutture.

La comunicazione e l’informazione interne che dovrebbero essere condivise e rivolte a tutti i dipendenti, risultano insufficienti o talora addirittura assenti, favorendo così un clima di incertezza che disorienta i professionisti che dovrebbero avere sempre indicazioni precise, poche ma chiare. E dovrebbero anche sapere quanti di loro risultano infettati, dato al momento introvabile.

Anche sul fronte delle risorse i medici descrivono una situazione drammatica, in quanto mancano proprio i dispositivi di protezione in numero e tipologia adeguata, e gli ospedalieri sottolineano che anche i medici di famiglia lamentano scarse risorse a questo proposito.

Ciò significa esporre i sanitari che operano in prima linea a rischi inaccettabili per la loro stessa salute, ma anche renderli fonte di ulteriore contagio se infettati. E a questo proposito viene anche denunciata la grande confusione che regna su quando e se fare il tampone ai sanitari esposti a pazienti infetti o sospetti tali. Ogni azienda procede per conto proprio e accade ad esempio che mentre in un’azienda si fa subito il tampone al sanitario esposto, in un’altra è previsto dopo 14 giorni e nel frattempo il medico continua lavorare in ospedale, ma è sconsigliato ad uscire di casa quando fuori servizio.

E a tutto ciò si aggiunge il problema dato dalla carenza di operatori, medici e infermieri, che è cronico, ma che ovviamente ha conseguenze ancor più drammatiche in questa emergenza, per cui vengono chieste con forza le necessarie assunzioni, in numero adeguato e soprattutto presto.

I medici ospedalieri hanno delineato un quadro assai preoccupante della situazione, in sintesi manca un governo puntuale del sistema sanitario, mancano piani operativi, mancano procedure, mancano le comunicazioni, mancano le risorse indispensabili a proteggersi dal virus.

Che dire?

Che bisogna fare, e subito, ciò che i medici richiedono: governare la sanità, pianificare le misure di contrasto all’epidemia, elaborare chiare procedure operative uniformi sull’intero territorio regionale, comunicare senza equivoci a tutti gli operatori cosa devono fare, informare in tempo reale di come sta andando. Questo è dovuto a tutti i medici e infermieri che stanno operando con sforzi immani anche per colmare le lacune dell’organizzazione, e con coraggio perché in prima linea si rischia vita e salute.

Ma il segnale che viene dalla politica non è incoraggiante, alla video conferenza hanno partecipato 8 sigle sindacali su 9, in pratica la rappresentanza della quasi totalità dei professionisti impiegati negli ospedali, l’Assessore Riccardi ha lasciato la riunione prima della fine e non ha parlato.

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