Intanto che si parla e si discute gli anziani ospiti delle case di riposo continuano a infettarsi e alcuni a morire, perchè il virus non aspetta. Gli alberghi di Trieste potevano ospitarli fin da subito fa offrendo una qualità logistica e residenziale senz’altro migliore di un traghetto varato nell’altro secolo. Invece hanno lasciato gli anziani ad infettarsi quando erano pronte alternative immediate e certamente a costi minori, e con soldi che restavano a Trieste. Invece sono stati imposti agli albergatori triestini condizioni capestro, tanto la decisione era già presa.

Le cabine delle navi, in particolare dei traghetti, presentano usualmente dimensioni assai limitate, con il locale bagno in proporzione, e presumibilmente con rumore di fondo perenne e vibrazioni, Muoversi su una nave, soprattutto per anziani con disturbi cognitivi non pare agevole e presenta rischi non trascurabili, né è pensabile di chiudere a chiave la porta delle cabine.

In caso di intervento di emergenza e trasporto in ospedale le operazioni di soccorso all’interno di una nave non sono agevoli, soprattutto se i pazienti sono barellati. Quando, tanti anni fa, lavoravo al 118 ricordo gli interventi su nave tra quelli i più impegnativi, di solito ci davano una mano i VVF.

Il 19 aprile avevo fatto un’interrogazione alla Giunta regionale ponendo i problemi sopra esposti, che credo di non poco conto e urgenti. Nessuna risposta. Nessuna marcia indietro. Eppure è intuibile la grande sofferenza che patiranno i nostri anziani costretti a (sopra)vivere per mesi nella cabina di una vecchia nave.

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