L’ANAAO – sindacato dei medici ospedalieri – ha pubblicato uno studio sulla grande fuga di 6.000 giovani medici dalle scuole di specializzazione e di altri 4.000 che si sono licenziati nel 2023 per andare all’estero o approdare al privato.
È senza dubbio un problema diffuso a livello nazionale, ma la regione Friuli Venezia Giulia detiene il deprecabile record di fuga degli specializzandi registrando il 36% di contratti non assegnati o abbandonati, contro ad esempio il 23% del Veneto.
Il FVG sembra essere la regione meno ospitale d’Italia verso i giovani medici e di fatto i problemi che li spingono alla fuga non vengono affrontati: 1) i medici ospedalieri del FVG hanno gli stipendi tra i più bassi d’Italia (dati MEF); 2) le prospettive di carriera sono ridotte al lumicino dopo i pesanti tagli dei reparti ospedalieri fatti durante la presidenza Serracchiani; 3) il clima lavorativo è diventato quasi ovunque opprimente per deficit di organizzazione, carenza di risorse, poca o nessuna tolleranza verso i professionisti che chiedono trasparenza; 4) i medici di base sono gravati da asfissianti incombenze burocratiche e sono privi di adeguato supporto amministrativo.
Ben diversi i trattamenti offerti da altre regioni per attrarre i professionisti. All’isola d’Elba, per esempio, si offrono ai medici oltre agli incentivi economici, ombrelloni in spiaggia, biglietti del cinema, sconti in palestre, ristoranti ed autonoleggi. Venezia assicura lo studio gratis ai medici di famiglia, mentre per le zone montane del Veneto c’è un bonus di quasi 8mila euro. E in Piemonte il nuovo ospedale di Alba-Bra mette a disposizione vitto e alloggio ai medici specializzandi.
L’assessore alla Salute del FVG ha appena annunciato lo stanziamento di centinaia di milioni di euro per l’edilizia ospedaliera, e ben vengano, ma è ora di finirla con la politica degli annunci. L’assessore cominci a dirottare soldi concreti sulle buste paga dei sanitari. E cominci a pensare ad una migliore organizzazione del lavoro e a sfoltire gli uffici disciplinari.
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