Dopo le polemiche generate dall’attesa di oltre mezz’ora per il soccorso medico ad un giovane operaio rimasto schiacciato da un carrello alla SBE di Monfalcone, è emersa l’inquietante analogia con un altro grave infortunio.

Il mattino del 19 gennaio presso la Fincantieri di Monfalcone crollò la passerella di una nave in allestimento travolgendo un operaio, che riportò gravi ferite e rimase intrappolato tra le lamiere del ponteggio crollato. Tempestivo come sempre l’arrivo dei Vigili del Fuoco, mentre i soccorsi sanitari si fecero attendere.

La chiamata al 112 è registrata alle 8.19; l’ambulanza arrivò sul posto alle ore 8.33 (14 minuti dopo l’allarme), l’automedica alle ore 8.39 (20 minuti dopo).

Eppure, il cantiere si trova in prossimità del centro urbano di Monfalcone e dista 3 km e mezzo dall’ospedale. Una volta, quando c’erano le Centrali 118 provinciali e quando c’era l’automedica a Monfalcone, i soccorsi giungevano di norma in non più di 4-5 minuti.

Qui oltre alla questione generale sulla lentezza dei soccorsi, si pone un problema legato agli infortuni sul lavoro, visto che in quest’ambito, oltre all’attività di prevenzione, va sempre garantito un soccorso adeguato, tra cui il tempestivo intervento medico; che non deve arrivare dopo 20 minuti come in questo caso o addirittura 34 minuti dopo come nell’infortunio alla SBE dove l’infortunato aveva rischiato di morire dissanguato.

E allora torna di attualità il problema dell’automedica a Monfalcone che fu soppressa nell’ottica del risparmio. Ma non si può risparmiare sulla pelle dei lavoratori, visto che la velocità e la qualità del soccorso possono fare la differenza tra la vita e la morte.

Monfalcone, insieme a Ronchi e Staranzano, costituisce un’unica ampia area urbana industrializzata ad elevata infrastrutturazione, sede delle principali industrie della regione, nonché sede di insediamenti come la centrale energetica, il porto e l’aeroporto, e di importanti assi viari.

Pare quindi irragionevole aver collocato l’automedica a Gradisca, un paese di 6.000 abitanti, sapendo che la maggior parte degli interventi interessa le città di Monfalcone e di Gorizia, distanti rispettivamente 12 km e 13 km.

Per questi motivi il Sindaco di Monfalcone, Anna Maria Cisint, nel passato si fece promotrice di una raccolta di firme per chiedere il mantenimento dell’automedica a Monfalcone, e la stessa richiesta fu presentata nel 2022 dall’allora consigliere di Forza Italia Giuseppe Nicoli, con un ordine del giorno accolto dalla Giunta regionale.

Adesso c’è una nuova interrogazione del consigliere Honsell che chiede il ripristino della postazione di automedica a Monfalcone al fine di assicurare un soccorso medico tempestivo alle vittime di infortuni del lavoro.

Eppure, nonostante queste posizioni chi è al comando non cede di un millimetro, forse le ragioni di bilancio contano più della sicurezza dei lavoratori? Ma è possibile che uno solo decida al di fuori della ragionevolezza, del buon senso senza che nessun altro nella maggioranza osi alzare la voce a tutela della vita di chi lavora?

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