Il problema delle lunghe liste di attesa è reale e non solo una percezione del cittadino e pertanto me ne sono occupato subito dopo esser entrato in Consiglio Regionale tanto che la mia prima interrogazione il 23 gennaio 2020 fu proprio su questo tema.
Chiesi di poter avere le relazioni annuali sulle liste di attesa, dovute entro il mese di febbraio di ogni anno secondo quanto prescritto dalla LR n. 7/09. Non ricevendo mai una risposta soddisfacente ho fatto diverse altre interrogazioni sollecitando ripetutamente la presentazione delle relazioni e dei monitoraggi, per poter valutare l’operato della Giunta su un argomento che è paradigmatico del funzionamento di un sistema sanitario e che ha grande rilevanza per la salute dei cittadini.
L’assessore ha sempre rinviato la presentazione dei documenti accampando le scuse più diverse: il COVID, il fatto che li avesse già presentati non si sa dove, l’aumento dei finanziamenti, ecc. Insoddisfatto delle vacue risposte ho insistito fino all’ultima interrogazione del 29 settembre ’21: l’assessore mi risponde che la documentazione da me richiesta è stata inviata al Consiglio il 27 aprile con tanto di lettera protocollata.
Sul momento, prendo atto di ciò, ma qualcosa non mi torna, perché i Consiglieri della Commissione salute non hanno ricevuto alcunché. Dopo una ventina di minuti viene svelato il pasticcio, perché di un pasticcio si tratta. Ai Consiglieri della Commissione salute giunge una mail di scuse del Presidente Moras, nella quale spiega che questa mail dell’assessorato è giunta alla sua segreteria personale la cui titolare è in maternità e la sostituta non ha provveduto ad evidenziare l’importante comunicazione.
Non si può liquidare come un semplice disguido un fatto che invece va bollato come incuria istituzionale, e le segretarie del Presidente di Commissione non c’entrano.
Infatti l’Assessorato avrebbe dovuto indirizzare la mail alla segreteria della Commissione salute e altresì a quella della Commissione legislazione e controllo del Consiglio e non ad una segreteria personale. In secondo luogo l’assessore avrebbe ben dovuto allertare il Presidente di Commissione dell’invio di un documento di questa importanza tecnica e politica (l’ha fatto?). In terzo luogo non è pensabile che passino più di cinque mesi senza che l’assessore e il presidente di commissione (rispettivamente la prima a e la seconda carica istituzionale della sanità) si confrontino su un argomento così rilevante, confronto dal quale sarebbe ben emerso l’inghippo.
L’assenza di dialogo tra istituzioni e nelle istituzioni non è un buon segno, ma è indicativo di un modus procedenti alquanto autoritario e dirigistico al quale l’assessore alla salute ha abituato molti, ma non certo il sottoscritto.
Fatti questi rilievi di forma non poco importanti, mi premurerò di studiare le relazioni sulle liste di attesa per poter entrare nel merito nelle sedi istituzionali.
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