Dopo la tragedia del Natisone, in cui morirono tre ragazzi travolti dalla piena, sembra che qualcosa stia cambiando a livello di gestione delle emergenze fluviali nella nostra regione.

Quella volta l’elisoccorso pur disponibile a pochi km di distanza si levò in volo troppo tardi e arrivò sul fiume a tragedia ormai consumata. L’assessore Riccardi dichiarò che gli operatori avevano seguito il protocollo facendo così “il loro lavoro nella correttezza delle attività”, visto che non si trattava di soccorso sanitario ma tecnico di esclusiva competenza dei Vigili del fuoco. In pratica l’elicottero che avrebbe potuto salvare i ragazzi non è partito subito a norma di protocollo.

Il TGR è ritornato sul tema dando notizia che in luglio e agosto l’elicottero sanitario ha effettuato soccorsi tecnici in più occasioni. Il 23 luglio, per un olandese 59anne bloccato su una roccia del torrente Arzìno, recuperato con il verricello; il 29 luglio, di nuovo torrente Arzìno per un ragazzo di 14 anni travolto dalla corrente, anch’esso recuperato dall’elisoccorso; infine il 13 agosto per una donna in difficoltà vicino al Ponte del Diavolo, sul Natisone, anch’essa messa in sicurezza con il verricello.

Quindi qualcosa si è mosso ma solo a livello informale, visto che i protocolli sono nazionali, imposti dal disciplinare tecnico del Ministero dell’Interno, e non possono essere modificati.

E allora ci si chiede chi abbia ordinato al NUE 112 di passare il soccorso tecnico fluviale alla SORES – Sala operativa del soccorso sanitario – piuttosto che ai Vigili del fuoco. Si badi, si sono salvate tre vite in pericolo, quindi benissimo, ma occorre fare chiarezza assoluta su chi deve intervenire in questi casi, perché da ciò può dipendere la vita e la morte delle persone. Come il 31 maggio sul Natisone.

I vertici regionali della Protezione civile hanno confermato le parole dell’assessore Riccardi, ribadendo che gli operatori del NUE 112 non hanno facoltà di discostarsi dal disciplinare tecnico, e del resto non hanno alcuna formazione riguardo le risorse in dotazione ai vari enti di soccorso.

Va detto che nell’attività di emergenza i protocolli operativi sono uno strumento essenziale e vanno di norma seguiti, ma sarebbe altrettanto essenziale che ci fossero opzioni per potersene discostare quando occorre, e ci fossero operatori con professionalità specifiche in grado di decidere l’opzione migliore. Quella che può salvare la vita.

https://www.rainews.it/tgr/fvg/video/2024/08/i-salvataggi-nei-fiumi-e-nei-torrenti-seguono-i-protocolli-nazionali–32eac081-8bdb-43ac-a903-e3e457d6c717.html?nxtep

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