Il Direttore generale di ASUGI Poggiana su Il Piccolo di oggi:

“Il futuro è rappresentato dal potenziamento dell’assistenza territoriale, in modo da sgravare gli ospedali” e “molte delle visite e degli esami che quotidianamente sono richiesti sono inappropriati”.

Di nuovo si colpevolizzano i cittadini, che oltre ad essere responsabili (secondo quanto affermato dalla Regione) del sovraffollamento dei Pronto Soccorso e degli ospedali, perché vi si rivolgerebbero spesso per niente, adesso si sarebbero macchiati di un altro misfatto: le interminabili liste d’attesa, con la complicità evidentemente dei medici curanti, che richiederebbero visite ed esami inutili.

Ma il peggio, purtroppo, è nella prima di queste due affermazioni, dove emerge una visione ormai vecchia di qualche decennio, il mantra “meno ospedale e più territorio”. Il dott. Poggiana sembra aver dimenticato il misero fallimento della riforma Serracchiani-Telesca che aveva proprio questo obiettivo.

Sentiamo continuamente ripetere che con l’invecchiamento della popolazione c’è meno necessità dell’ospedale e più del territorio e del sociale. Più territorio e più sociale (non sarà anche una questione di impoverimento, oltre che di invecchiamento?) senz’altro, ma perché mai meno ospedale? Il territorio può curare bene e prevenire alcune ospedalizzazioni, certamente, e soprattutto dovrebbe prendere in carico i pazienti alla dimissione.

Ma perché mai gli anziani, dato che sono affetti da malattie croniche, dovrebbero essere meno soggetti a patologie acute necessitanti il ricovero?

Si continuano a non vedere non uno, ma due o tre elefanti nella stanza: i pazienti restano in barella in PS per la mancanza di posti letto, e tutto si fa meno che aumentare i posti letto. I PS sono sovraccarichi, ma invece che potenziarli si continua a dire, più o meno velatamente, che non ce ne sarebbe poi così tanto bisogno, basterebbe mandare la gente a rivolgersi altrove. E il problema della carenza di personale: non si risolve dall’oggi al domani, ma bisogna pur cominciare. Si parla di rendere attrattivo il Servizio Sanitario Regionale per i professionisti, ma in realtà cosa si fa? Perché si mantengono i tetti di spesa?

Sembra evidente che con queste premesse non possiamo aspettarci un efficace potenziamento né della medicina territoriale né dell’assistenza ospedaliera, e il quadro appare sempre più preoccupante.

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