Negli ultimi due mesi si è osservato un continuo incremento della diffusione del Covid, in particolare di una variante del virus più contagiosa ma meno grave, in quanto provoca tosse, raffreddore e mal di gola della durata di pochi giorni nella maggior parte di chi viene colpito.

Ma, come evidenziato dagli infettivologi, nelle persone più anziane e fragili e nei pazienti immunodepressi i quadri clinici possono essere molto più severi e quindi i soggetti a rischio dovrebbero essere particolarmente protetti, riservando massima attenzione agli anziani ricoverati in ospedale.

Ma queste attenzioni sono prestate concretamente o restano astratte raccomandazioni?

Pare emblematica la testimonianza arrivata poco tempo fa dalla figlia di un’anziana signora ricoverata in ospedale:

“Mia mamma ottantaduenne politrasfusa è ricoverata in isolamento per Covid presso il 7 piano Medicina clinica di Cattinara. Ha preso l’infezione dopo essere stata lasciata in stanza per oltre 24 ore senza mascherina con una signora positiva e sintomatica. Trovo quanto successo molto grave, causa disorganizzazione nonostante gli sforzi di tutto il personale chiaramente insufficiente.”

Non pare in linea con gli standard di sicurezza del malato lasciare degente nella stessa stanza dove si trova una paziente infettiva un’altra paziente anziana e fragile, a prescindere dall’uso o meno di mascherine che in caso di convivenza nello stesso ambiente h24 appaiono inutili ad impedire l’infezione, oltre che dannose per chi dovesse indossarle giorno e notte.

Non è certamente colpa degli operatori sanitari, come rileva la figlia della paziente, che anzi apprezza gli sforzi di medici e infermieri, che però ben poco possono fare nel contesto “organizzativo” in cui operano, che risente tra l’altro della ormai cronica carenza di posti letto ospedalieri. Così è impossibile evitare la perniciosa promiscuità in cui sono costretti i pazienti ricoverati, compresi quelli più fragili e a maggior rischio di infezioni gravi.

In ospedale un aspetto di fondamentale importanza per prevenire le infezioni è la degenza in stanza singola, che tra l’altro consente anche di assicurare il rispetto della privacy e della dignità delle persone, nonché la vicinanza dei propri cari.

Non è un caso se in diversi Paesi europei si sono costruiti negli anni sempre più ospedali a camere singole; ad esempio in Gran Bretagna dopo la pandemia Covid il governo ha preso l’impegno di costruire o ristrutturare tutti gli ospedali con il 100% di stanze singole.

L’Italia ha il primato in Europa per le morti da infezioni ospedaliere: 11.000 morti all’anno in Italia nel periodo pre-Covid a fronte di 33.000 in tutta Europa.

Non dimentichiamo che in Italia durante la pandemia un’importante fonte di diffusione dei contagi sono stati proprio gli ospedali e, per un’infezione che si trasmette per via respiratoria, non dare importanza al fatto che i degenti sono costretti a respirare la stessa aria ventiquattr’ore al giorno vuol dire infischiarsene della sicurezza dei malati.

L’ultimo assestamento di bilancio della Regione FVG ha goduto di una cifra astronomica, mai vista prima, 1 miliardo e 300mila euro; anche impegnandone solo una parte quante stanze singole si sarebbero potuto creare e quante future potenziali morti in meno?

Categories:

Tags:

No responses yet

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *