Ha avuta vasta eco la notizia diffusa dai media sul ritardo dei soccorsi nell’incidente avvenuto l’8 maggio nei pressi di Maniago, dove tre feriti, di cui uno morente, sono rimasti riversi sull’asfalto oltre mezz’ora prima che arrivasse il soccorso sanitario.

Più persone ci hanno segnalato che anche a Trieste continuano a ripetersi ritardi e disservizi, ma purtroppo ci si sta abituando, ci sta rassegnando al degrado, anche di servizi pubblici essenziali.

E si continuano a sbagliare le vie, perché gli operatori della Centrale di Palmanova non conoscono bene i territori da cui arrivano le richieste di aiuto, e allora succede che il 27 aprile scorso, all’ora di pranzo, automedica e autoambulanza sono inviate in via Giuseppe Ressel a Trieste per soccorrere una persona colta da malore, che invece si trovava in via Josip Ressel a San Dorligo della Valle, in una trattoria, 8 chilometri più a est.

Ci sono voluti 11 minuti per arrivare, era un codice rosso, gravissimo, tanto da richiedere l’intubazione sul posto, purtroppo morirà in ospedale il giorno successivo.

Il ritardo è stato tutto sommato contenuto, perché l’autista conosceva il suo territorio e sapeva dove si trovava quella trattoria, quindi si è diretto subito nel posto giusto.

Ma a due chilometri da via Josip Ressel c’è una postazione di autoambulanza, si trova ad Aquilinia, due minuti di percorrenza, ma non è stata allertata, mentre i mezzi di soccorso correvano da centro città.

Adesso infuria la polemica sulla nomina del prossimo direttore della Centrale operativa del soccorso sanitario di Palmanova, ma è importante?

Se un sistema di emergenza dopo quattro anni dalla nascita manda ancora i mezzi agli indirizzi sbagliati, non sarebbe forse più importante ripensare gli assetti organizzativi, piuttosto che ai direttori?

Categories:

Tags:

No responses yet

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *