GIANPAOLO SARTI – IL PICCOLO – 2 LUGLIO 2021
TRIESTE La gestione dell’emergenza Covid da parte dell’Asugi entra nelle aule giudiziarie. La magistratura triestina dà ragione al consigliere regionale Walter Zalukar, ex Forza Italia e ora nel gruppo misto, e alla senatrice di Fi Laura Stabile che durante la prima ondata pandemica avevano censurato pubblicamente con due post su Facebook l’operato dell’Azienda sanitaria sui contagi in Medicina d’urgenza a Cattinara, che non erano stati subito resi noti alla cittadinanza, e sulla fornitura dei camici speciali al personale.
L’Asugi aveva reagito querelando i due esponenti politici, accusandoli di diffamazione e procurato allarme. Querele che però sono state archiviate: i magistrati che si sono occupati del caso, i pm Cristina Bacer e Pietro Montrone, hanno accertato la fondatezza dei rilievi mossi dal consigliere e dalla senatrice, difesi nel procedimento penale dall’avvocato William Crivellari.
Tutto comincia con un primo post dal titolo “Cattinara infettata, cronaca di un contagio annunciato”, pubblicato il 16 aprile 2020 da Zalukar. Nel testo il consigliere biasima il fatto che nel reparto di Medicina di urgenza si erano verificati casi di contagio già dal 10 aprile tra i pazienti e successivamente tra il personale. Secondo Zalukar l’Asugi non aveva comunicato quanto stava accadendo. La cittadinanza, insomma, non sarebbe stata messa a conoscenza.
l giorno dopo, il 17 aprile, Stabile esce con un altro post dal titolo “Cattinara e Maggiore meno Dpi (Dispositivi di protezione individuale) per medici e infermieri”. Il testo è poi condiviso da Zalukar. La senatrice attacca l’Asugi sulle scelte in merito ai camici da consegnare ai medici. Il post fa riferimento a una circolare dell’Azienda in cui si stabilisce di mettere a disposizione le tute Tyvek, ad alta protezione anti Covid, agli operatori che prestano servizio nelle sale operatorie, nelle rianimazioni, nelle recovery room, nelle terapie intensive post operatorie e nella terapia semi intensiva pneumologica. Qualsiasi altro operatore che avesse avuto la necessità di rapportarsi con malati Covid, non avrebbe quindi potuto usare quella tipologia di camici. Di qui la polemica.
In seguito ai post l’Asugi, a luglio, aveva presentato le querele per diffamazione e procurato allarme, sottoscritte dal direttore generale Antonio Poggiana. L’Azienda sosteneva che le critiche di Zalukar e Stabile non corrispondevano al vero: per quanto riguarda i camici, sottolineava Asugi, la circolare prevedeva l’utilizzo dei Dpi da parte di tutto il personale. Ma Stabile, in realtà, faceva riferimento specifico alle tute. Infatti il pm Bacer rileva che quanto affermato dalla senatrice nel post contro la circolare è stato «correttamente riportato». Montrone, dal canto suo, evidenzia che i post sono «sostanzialmente veritieri» e che «non costituiscono reato» in quanto i due politici hanno esercitato il diritto di critica.
Per quanto riguarda la polemica sui contagi in Medicina di urgenza, invece, Bacer conferma che dal 10 aprile si erano verificate le prime infezioni da Covid. Il focolaio c’era. E, precisa il magistrato, «non risulta dagli atti che detta positività sia stata resa pubblica in data anteriore al 16 aprile» (cioè quando Zalukar posta la sua critica). Le argomentazioni del consigliere risultavano vere. Entrambe le querele dell’Asugi sono state archiviate su richiesta dei pm, accolta dai gip Marco Casavecchia e Manila Salvà.
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