Una signora di Trieste ha chiesto aiuto per il marito che ha estremo bisogno di un intervento chirurgico per non rischiare la paralisi e forse la vita.

Ecco in breve il racconto della moglie: “mio marito con occlusione di carotide al 90%, fatti gli accertamenti pre-operatori il 2 di ottobre doveva fare l’ intervento entro 60 giorni, ma siamo arrivati a febbraio e la risposta dei medici dopo centinaia di telefonate è stata: abbiamo disposizione di intervenire sulle urgenze e alla mia domanda se aspettate che gli viene un ictus, la risposta è stata: non so cosa dirle, abbiamo queste disposizioni.”

Dopo due anni dall’inizio della pandemia, pare inammissibile che un cittadino in questo stato di salute non possa avere i servizi e le prestazioni a cui ha diritto. Credo che ASUGI abbia avuto tutto il tempo per organizzare l’attività chirurgica in modo da garantire i LEA nei tempi prescritti.

L’intervento chirurgico in questione non può essere ancora rinviato, poiché ogni ulteriore ritardo comporta un pesante rischio quoad vitam et valetudinem.

Ho interrogato la Giunta regionale per sapere se intenda o meno intervenire su ASUGI affinché questa riprenda quanto prima l’attività chirurgica con delle tempistiche appropriate.

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