Invece sarebbe importantissimo avere un sede ospedaliera libera da COVID-19, per poter curare tutti gli altri malati in sufficienti condizioni di sicurezza dal contagio.
Nell’ultima sessione del Consiglio regionale ho interrogato la Giunta sui motivi della scelta -operata dall’Assessorato e da Asugi- che ha portato Trieste a non avere un ospedale dedicato esclusivamente ai malati COVID, secondo quanto indicato dal Ministero della Salute, ma due ospedali COVID, il Maggiore e Cattinara.
L’indicazione ministeriale nasce dall’esigenza di limitare il contagio negli ospedali affinché questi possano continuare nelle loro funzioni di cura anche delle altre malattie.
L’Assessore alla Salute ha esposto le sue ragioni spiegando che solo l’ospedale di Cattinara possedeva le caratteristiche tecniche per garantire cure adeguate ai pazienti COVID bisognosi di alta e media intensità di cura ed ha altresì illustrato l’incremento di posti letto di terapia intensiva, infettivologia e pneumologia.
Le argomentazioni non sono sembrate convincenti. La ratio della mia interrogazione era quella di sottolineare l’importanza di avere un sede ospedaliera libera da COVID-19, per poter curare tutti gli altri malati in sufficienti condizioni di sicurezza dal contagio. Non contesto l’incremento dei posti letto nelle diverse specialità, ma il luogo dove i pazienti COVID vengono curati. A mio dire, e credo di conoscere piuttosto bene le due sedi ospedaliere, era più semplice e certamente molto meno oneroso fare del Maggiore un ospedale COVID e lasciare Cattinara COVID free.
Del resto, se i consiglieri e i tecnici di cui si avvale l’Assessore sono gli stessi che hanno proposto la nave lazzaretto, noto una certa coerenza di operato.
Come Consigliere regionale ho il diritto-dovere di chiedere e, almeno questa volta, mi è stato risposto.
Cionondimeno, a supporto della mia opinione sembra ci siano le numerose infezioni COVID avvenute in ambito ospedaliero e che, dovesse perdurare la scelta dell’Assessore, rischiano di continuare qualora ci sia una recrudescenza del virus.
Per aver esercitato il mio diritto-dovere sono stato querelato per diffamazione aggravata e procurato allarme dai vertici di Asugi, nominati dalla Giunta regionale. Ho fatto presente, in Aula, che quanto da me affermato è stato ribadito proprio nella risposta dell’Assessore, ma a questo punto il Presidente Fedriga ha stigmatizzato l’ aver portato in Aula una questione giudiziaria personale. Ebbene, non sono certo io ad utilizzare gli enti strumentali della Regione (Asugi) come arieti per colpire un Consigliere regionale che opera nell’esercizio del suo mandato. Che alle questioni politiche la Giunta risponda nelle sedi politiche, in Consiglio, in Commissione, con coraggio e senza nascondersi dietro allo scudo di una querela operata da un Ente i cui vertici sono di nomina della Giunta stessa.
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